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Ortensie cinesi in laguna

Lidia Panzeri

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Inizia questo mese il restauro dei Giardini Reali e dell’annessa Coffee House, un angolo della Venezia ottocentesca che, grazie a un ponte levatoio, collegava il Palazzo Reale nelle Procuratorie Nuove con il bacino di San Marco. L’iniziativa di trovare le risorse per portare a compimento il progetto si deve ad Adele Re Rebaudengo, presidente di Venice Gardens Foundation, cui al fine di garantirne il restauro il 23 dicembre del 2014 i Giardini Reali erano stati affidati in concessione da parte dell’Agenzia del Demanio e della Città di Venezia per un periodo rinnovabile di 19 anni. Gli interventi interesseranno la palazzina neoclassica costruita da Lorenzo Santi tra il 1815 e il 1817 (il restauro è affidato ad Alberto Torsello, a integrazione del progetto precedente di Carlo Aymonino e Gabriella Barbini) e i giardini: Paolo Pejrone dovrà misurarsi con un ambiente quantomai ostile a causa della salsedine.


Anche in questo caso Venezia conferma la sua vocazione di ponte tra Oriente e Occidente: il glicine di origine giapponese e l’ortensia proveniente dalla Cina conviveranno con le tipiche piante della macchia mediterranea. La conclusione dei lavori è prevista per dicembre 2018. Costo preventivato: 5 milioni di euro finanziati delle Assicurazione Generali, il cui amministratore Philippe Donnet ha preannunciato anche un prossimo intervento di restauro sulle Procuratorie Vecchie di piazza San Marco.

Lidia Panzeri, 02 maggio 2017 | © Riproduzione riservata

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Ortensie cinesi in laguna | Lidia Panzeri

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