Opere recenti e una mostra a sfondo sociale
Tra San Marco e Palazzetto Tito vanno in scena i nuovi progetti della Fondazione Bevilacqua La Masa

Nel segno delle volontà della donatrice e dello spirito su cui si fonda l’istituzione, una selezione di opere degli artisti della collezione recente della Fondazione Bevilacqua La Masa, formatasi grazie ai premi acquisto delle collettive annuali e alle donazioni, viene esposta nei suoi spazi (piazza San Marco 71/c) fino al 4 dicembre.
Nel percorso a cura di Stefano Coletto, 14 sono gli artisti che sono stati invitati a presentare, accanto al lavoro in collezione, anche un’opera più recente, in modo da raccontare anche l’evoluzione della loro ricerca e ricontestualizzare il patrimonio della fondazione nata alla fine dell’Ottocento.
Gli artisti sono: Carolina Antich, Francesco Candeloro, Jasmina Cibic, Teresa Cos, Chiara Enzo, Roberto Fassone, Alessandra Messali, Valerio Nicolai, Matteo Rosso, Alberto Sinigaglia, Marta Spagnoli, Giulio Squillacciotti, The Cool Couple, Serena Vestrucci.
Nella sede di Palazzetto Tito invece (Dorsoduro 2826) le intenzioni della contessa Felicita Bevilacqua La Masa si rinnovano grazie a un progetto di carattere sociale realizzato nell’arco di quest’anno all’interno della Casa di reclusione per donne Le Convertite alla Giudecca che confluisce nella mostra «Marina Ballo Charmet e Walter Niedermayr. Out of Sight» (fino al 4 dicembre).
Il percorso si sviluppa infatti intorno a temi ricorrenti per entrambi gli artisti con opere che riguardano «ambienti caratterizzati dal nascondimento sistemico e normativo, a partire dai più emblematici: il carcere e l’ospedale» spiega la curatrice Gabi Scardi. Il fulcro è nell’opera «Casanza», videoinstallazione a due canali «nella quale si interrogano sul rapporto dell’individuo e della comunità con l’elemento naturale, antidoto e veicolo di un possibile benessere anche in situazioni di ristrettezza».
Oltre alle fotografie realizzate dalle donne coinvolte all’interno della Casa di reclusione nell’interazione con gli artisti, di loro sono esposte opere appartenenti a momenti di ricerca diversi negli ultimi vent’anni, nel prevalente linguaggio video.