Un bozzetto di Anton Hofer

Image

Un bozzetto di Anton Hofer

Opere della Scuola di Bolzano

Al Museo Mercantile una delle più significative istituzioni scolastiche del passato

Il Museo Mercantile riapre con la mostra «La Scuola di Arti e Mestieri di Bolzano (1884-1921)», una delle più significative istituzioni scolastiche del passato con storica sede nel Convento dei Domenicani. Conosciute come Fachschulen, diffuse capillarmente nel territorio austro-ungarico tra XIX e XX secolo, le scuole di arti e mestieri sono cresciute con le secessioni. L’obiettivo era promuovere l’artigianato e la formazione di lavoratori qualificati, unendo tradizione e modernità.

«La Camera di commercio di Bolzano ha sostenuto, anche economicamente, la Fachschule für Holzindustrie e i suoi studenti, spiega il presidente della Camera di commercio di Bolzano Michl Ebner, promuovendo il settore artigianale. Alla fine dell’Ottocento ha organizzato e finanziato eventi come le mostre regionali e la partecipazione all’esposizione internazionale di Parigi nel 1900».

La scuola di Bolzano, specializzata nella lavorazione del legno, ha sempre tenuto una stretta relazione con la Kunstgewerbeschule di Vienna. In mostra molte opere d’arte del MAK, Museo delle Arti Applicate di Vienna, realizzate dagli allievi di Bolzano nel primo Novecento: alcune donate al museo nel 1903 per formare una collezione, altre rappresentarono le Fachschulen all’esposizione mondiale di St. Louis nel 1904 e furono donate al museo.

Altri oggetti ancora, da usare come modelli, furono acquistati direttamente dal museo viennese nel 1904. Un migliaio di volumi, riviste e testi contenenti modelli grafici dalla biblioteca della scuola sono confluiti in un fondo della Biblioteca civica di Bolzano. La mostra è curata da Roberto Festi ed Elisabetta Carnielli; una sezione è dedicata a Gustav Gurschner, Anton Hofer e Josef Zotti.

Un bozzetto di Anton Hofer

Camilla Bertoni, 17 agosto 2021 | © Riproduzione riservata

Articoli precedenti

Nasce dalla donazione di 17 opere la retrospettiva a Ca’ Pesaro su «l’uomo che cambiò il corso della pubblicità italiana del dopoguerra» 

Il restauro delle pietre che rivestono la piazza veneziana ha portato alla luce muri, livelli pavimentali e una sepoltura con resti umani, riconducibili a uno degli edifici di culto più antichi della città, la Chiesa altomedievale di San Geminiano che nei secoli successivi fu spostata e poi abbattuta per completare l’ala napoleonica

Una campagna fotografica, quattro volumi, una mostra, un allestimento permanente: nel Museo Gypsotheca di Possagno trentadue scatti in bianco e nero di grande formato  del fotografo campano interpretano i gessi del grande scultore neoclassico

Nel veneziano Palazzo Franchetti una trentina di opere di varie epoche selezionate dalla curatrice Carolina Pasti con l’obiettivo di promuovere la consapevolezza sul cancro al seno a un pubblico più ampio

Opere della Scuola di Bolzano | Camilla Bertoni

Opere della Scuola di Bolzano | Camilla Bertoni