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Obiettivo Picasso

All’Ara Pacis il rapporto multiforme dell’artista con la fotografia

«Picasso images. Le opere, l’artista, il personaggio», dal 14 ottobre al 19 febbraio al Museo dell’Ara Pacis, racconta un aspetto meno noto di colui che è stato forse il più grande e riconosciuto genio artistico del secolo scorso. Ideata da Electa e dal Museo Picasso di Parigi, che presta le opere, la mostra espone una carrellata di circa duecento fotografie e una ristretta scelta di opere grafiche, dipinti, sculture a illustrare l'intenso rapporto tra l’arte e la vita di Picasso e la fotografia. A curarla la responsabile dei fondi fotografici del museo parigino Violette Andres e la storica della fotografia Anne de Mondenard, che hanno incardinato il percorso su tre focus tematico-temporali.

La sezione «Le prime esplorazioni: 1901-1921» illustra la scoperta e i primi anni di utilizzo del mezzo come strumento di indagine del mondo, ausilio alla sua opera e testimonianza dell’evolversi del suo lavoro grazie ai tanti scatti in atelier, soprattutto in quello catalano di Horta de Sant Joan durante il suo soggiorno del 1909. Ma nei suoi archivi, poi donati dagli eredi alla Francia, si trovano non solo foto sue o che lo ritraggono, ma ogni sorta di immagine fotografica. «Nell’esaminarle mi sono a poco a poco convinta che esistesse un solido legame tra molte di loro e il processo creativo dell’artista, scrive Anne Baldessari, per nove anni alla guida del museo parigino fino al 2014.

Questo corpus documenta sia l’insistente ricorso dell’artista alla fotografia sin dai primi anni del secolo, sia le missioni che egli poté assegnarle: documento che registra il lavoro in corso, fissaggio di effimeri esperimenti, strumento visivo direttamente coinvolto nell’invenzione plastica...». «Fruttuose collaborazioni: 1932-1962», quando Picasso ormai è universalmente riconosciuto, ci parla del sodalizio con alcuni fotografi professionisti: nel 1932 l’incontro con Brassaï («l’occhio di Parigi» come lo definì Henry Miller) e il suo sguardo senza pregiudizi, i suoi scatti negli atelier in Normandia e a Parigi, aiuteranno Picasso a guardare in modo nuovo alle sue sculture. Nel 1936 il sodalizio con Dora Maar, che diventerà la sua compagna e che seguirà l’intera elaborazione di «Guernica». Nel 1953 la collaborazione col giovane André Villers, morto lo scorso primo aprile, e i numerosi esperimenti fotografici a quattro mani. Ma se Picasso si interessa alla fotografia, anche la fotografia si interessa a lui: «Diffusione di un mito: 1945-1973» ripercorre la creazione della sua leggenda, anche grazie alla grande presenza nei rotocalchi del dopoguerra e agli scatti di Robert Capa, Henri Cartier-Bresson, Lucien Clergue, David Douglas Duncan, Robert Doisneau ed Edward Quinn che documentano ogni aspetto della sua vita. Catalogo Electa.

Federico Castelli Gattinara, 09 ottobre 2016 | © Riproduzione riservata

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Obiettivo Picasso | Federico Castelli Gattinara

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