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Non solo Egizi

L’8 ottobre riapre la raccolta egizia del Museo Archeologico Nazionale di Napoli (Mann) che per ricchezza di reperti è una delle maggiori d’Italia e che, essendosi costituita nel 1821, può essere considerata la più antica d’Europa

Francesco Tiradritti

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L’evento costituisce l’ultima tappa di un progetto, al quale hanno partecipato anche il Museo Egizio di Torino e il sito archeologico di Pompei, che aveva come obiettivo l’indagine del rapporto tra la terra del Nilo e la regione campana. In quest’ambito, lo scorso 28 giugno, sempre al Mann, era stata inaugurata la sala dedicata ai culti orientali (cfr. n. 365, giu. ’16, p. 17).

La raccolta egizia partenopea è rimasta chiusa al pubblico per sei anni nel corso dei quali l’allestimento della fine degli anni Ottanta è stato sottoposto a un radicale riammodernamento grazie a un progetto studiato dalla direzione del Mann in collaborazione con l’Istituto Orientale di Napoli. Gli interventi di maggiore rilievo hanno riguardato il controllo microclimatico e l’illuminotecnica.

La nuova esposizione si sviluppa nel seminterrato del museo e prevede uno percorso tematico che prende le mosse da falsi settecenteschi, elementi di mobilio in stile egittizzante e calchi eseguiti dall’egittologo milanese Luigi Vassalli intorno al 1870 che documentano lo sviluppo del collezionismo egittologico a Napoli e in Italia.

Le successive sezioni sono dedicate agli aspetti che più caratterizzano la civiltà dell’antico Egitto nell’immaginario collettivo: il sovrano, la tomba, la mummificazione, la religione, la magia e la scrittura. Maggiore originalità possiede la sezione dedicata ai rapporti con il Mediterraneo che trae spunto dal prezioso patrimonio di antichità egizie ritrovate in contesti archeologici campani. Il cospicuo nucleo di monumenti proveniente dai siti campani completa il quadro relativo al fenomeno dell’egittomania nel mondo romano che ha nella decorazione pittorica dell’Iseo di Pompei, sempre esposta negli ambienti del Mann, la più splendida rappresentazione. 

In contemporanea con le sale egizie riapre anche la sezione epigrafica in un nuovo allestimento progettato dal dipartimento di Studi umanistici dell’Università Federico II di Napoli. Il Mann possiede una delle maggiori e più prestigiose collezioni di iscrizioni greco-romane esistenti al mondo con caratteristiche che la rendono unica nel suo genere. Testimonianze relative alla vita di tutti i giorni (manifesti elettorali, annunci di giochi gladiatori, graffiti su intonaco talvolta corredati da rozze figurazioni) come doveva svolgersi nei centri abitati distrutti dall’eruzione del Vesuvio nel 79, sono infatti esposti accanto a una cospicua raccolta di documenti in lingue preromane dell’Italia centromeridionale (osco, sabellico, vestino e volsco).

Di notevole valore documentario sono anche le «Laminette orfiche di Thurii», ritrovate in due sepolture del IV secolo a.C., in oro e con iscrizioni in greco relative a culti misterici di natura orfico-pitagorica. Il nuovo allestimento prevede l’utilizzo di supporti esplicativi multimediali e una nuova guida per la sezione egizia edita da Electa. Per quest’ultima è stato anche realizzato un album a fumetti, dal titolo Nico e l’indissolubile problema… egizio, rivolto ai bambini il cui autore è Blasco Pisapia, architetto e fumettista napoletano noto per le sue collaborazioni con la Disney.

Francesco Tiradritti, 03 ottobre 2016 | © Riproduzione riservata

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