Nft e Asia nel futuro di Phillips

Dopo un anno «storico» concluso con vendite per 1,2 miliardi di dollari, la casa d’aste di proprietà della società russa Mercury a maggio metterà in vendita un dipinto di Basquiat stimato 70 milioni di dollari

Cheyenne Westphal © Monika Hoefler
Elena Correggia |

Archiviato l’anno migliore di sempre, Phillips rilancia con nuovi progetti all’orizzonte. «Il Giornale dell’Arte» ha intervistato la presidente mondiale, Cheyenne Westphal, per conoscere la strategia che guiderà la casa d’aste nell’affrontare le sfide future.

Il 2021 si è concluso per Phillips con ottimi risultati: vendite globali per 1,2 miliardi di dollari, in crescita del 32% rispetto al 2019 di cui 993,3 milioni ricavati dalle aste, con un incremento del 35% sul 2019 e un tasso di vendite del 91% trasversale alle varie categorie. Quali sono le ragioni principali di questo successo?
Il 2021 è stato un anno storico per Phillips. Per la prima volta nella vita della compagnia, lunga 225 anni, abbiamo superato il miliardo di dollari di vendite. Ciò dimostra l’abilità della nostra squadra di organizzare vendite ben focalizzate e curate, che riflettono le tendenze del collezionismo internazionale. Oggi i collezionisti desiderano acquistare non solo artisti emergenti il cui esordio produce un forte impatto sul mercato, ma abbinano questa ricerca a quella di nomi «blue chip». L’asta serale di novembre a New York ha visto per esempio la vendita di lavori di Pierre Bonnard accanto a quelli di Avery Singer con un’ottima risposta del mercato a entrambi.

Quale delle vostre categorie di vendita ha contribuito maggiormente ai risultati del 2021?
Tutte le sei categorie hanno raggiunto importanti traguardi (arte del ’900 e contemporanea, stampe, fotografia, design, gioielli e orologi, Ndr), alcune hanno segnato l’anno migliore di sempre come l’arte del ’900 e contemporanea, che ha visto una crescita del 20% rispetto ai livelli prepandemia. Anche per gli orologi è stato un anno straordinario, con il 100% dei lotti venduti a livello globale, un traguardo che Phillips ha raggiunto quale prima casa d’aste in assoluto.

Negli ultimi tempi è cresciuta molto la vostra attività online: le aste solo online hanno incrementato le vendite del 417% dal 2019 e del 68% sul 2020, mentre il 50% dei lotti venduti nelle aste live è stato acquistato da offerenti online. Quali sono i vostri servizi digitali di punta?
La nostra strategia «digital first» è stata essenziale nel supportare aste ed esposizioni negli ultimi anni, in particolare attraverso l’app con la quale è possibile fare offerte in asta, le vendite trasmesse in live streaming e l’arricchimento delle pagine del sito che descrivono ogni lotto. Abbiamo poi colto l’interesse per gli Nft offrendo nel 2021 l’innovativo «Replicator» di Mag Dog Jones, che è diventato l’artista canadese vivente più caro con un’aggiudicazione oltre i 4,1 milioni di dollari e abbiano iniziato ad accettare criptovalute per il pagamento di alcuni lotti. Il database di cui ci avvaliamo, grazie alla nostra collaborazione esclusiva con Articker, è poi uno strumento di analisi importante per i nostri specialisti e per i visitatori del sito, per individuare le nuove tendenze sul mercato esaminando la presenza mediatica degli artisti.

Phillips è nota per la sua abilità nell’individuare talenti emergenti del mercato contemporaneo. Quali sono i nomi che hanno ottenuto i risultati più significativi nell’ultimo anno in questo comparto?
Fra i numerosi artisti che stanno ottenendo una grande attenzione globale ci sono Jadé Fadojutimi, Tunji Adeniyi-Jones, Issy Wood e Flora Yukhnovich. Phillips attualmente detiene il record per Jadé Fadojutimi con «Myths of Pleasure», battuto per 1,17 milioni di sterline il 15 ottobre scorso e per Tunji Adeniyi-Jones con «Pattern Makers» aggiudicato nella stessa asta per 302mila sterline.

Per alcuni giovani artisti che hanno appena fatto la loro comparsa sul mercato secondario si sta assistendo a una repentina crescita delle quotazioni. Questa ascesa così rapida non rischia di «rovinare» la loro prospettiva futura?
Ci rendiamo conto che quando le case d’asta introducono per la prima volta degli artisti sul mercato secondario devono agire con la massima attenzione e responsabilità. Svolgiamo questo compito molto seriamente allo scopo di incoraggiare sempre un mercato sano per il loro lavoro.

Il nuovo, preoccupante scenario internazionale con lo scoppio della guerra in Ucraina potrebbe influenzare la strategia di Phillips per i prossimi mesi? Avete intenzione di rivedere qualche piano già prefissato?
No, attualmente l’attività di Phillips non è cambiata. Il mercato dell’arte è realmente globale, vivace e si è dimostrato negli ultimi anni incredibilmente resistente.

Phillips è di proprietà di una società russa, Mercury Group, e nell’asta del 3 marzo ha deciso di donare il 100% dei suoi proventi netti alla Croce Rossa ucraina. Come pensa di comportarsi ora nei riguardi degli oligarchi russi?
I proprietari di Phillips non hanno legami politici o d’affari con il Governo russo e la società non condurrà business con nessun individuo o istituzione colpito da sanzioni. Per assicurare ciò Phillips segue con un’attenzione particolare una rigorosa procedura di «due diligence» e adotta ampie misure di identificazione e verifica dei clienti (procedure «Know your customer»).

Avete appena annunciato che il 18 maggio metterete all’incanto un importante dipinto di Basquiat, «Untitled» del 1982. Quali sono le vostre previsioni?
L’ultima volta che quest’opera è stata venduta all’asta ha segnato un prezzo record per l’artista (è stata aggiudicata da Christie’s nel maggio 2016 per 57,28 milioni di dollari, Ndr). Da allora il mercato di Basquiat è cresciuto in modo esponenziale. Solo l’anno scorso, infatti, quattro suoi lavori sono stati venduti per oltre 40 milioni di dollari. Ci attendiamo quindi che la rilevanza storico-artistica di «Untitled» e l’attrattiva duratura di Basquiat attirino l’interesse di un ampio gruppo di collezionisti a livello mondiale. E per questo siamo così ansiosi di avviare il tour internazionale di presentazione fra Londra, Los Angeles, Taipei e New York. Si tratta sicuramente di una delle opere più significative ad arrivare sul mercato negli ultimi anni.

Phillips ha sottolineato la rilevanza che l’Asia ha avuto per la sua attività nel 2021. Quali nuovi progetti svilupperete nel 2022 in quest’area? Proseguirete la collaborazione con Poly Auction?
La collaborazione è ancora in corso di revisione e intendiamo cogliere ulteriori opportunità in Asia. Abbiamo avviato in modo straordinario l’anno in quest’area con successi sia in aste online sia con vendite private. E non vediamo l’ora di inaugurare i nuovi spazi a Hong Kong nel quartiere di West Kowloon, che alla fine dell’anno ospiteranno esposizioni e aste. Gli uffici in Giappone, Corea, Taiwan e gli ulteriori uffici satelliti in Asia testimoniano poi l’interesse collezionistico dell’area dove desideriamo proseguire la crescita.

Quali altri importanti iniziative porterete avanti nel corso dell’anno?
Faremo grandi progressi nel mercato Nft con vendite dedicate nel 2022.

Proprio a questo proposito, il recente e inaspettato ritiro, poco prima della vendita, del lotto dei 104 Cryptopunks da parte di Sotheby’s ha segnato la prima battuta d’arresto nelle vendite di Nft. Questo fatto potrebbe influenzare la vostra strategia nel settore?
La strategia di Phillips nel campo degli Nft è sempre stata chiara fin dalla prima offerta, avvenuta quasi un anno fa. Lavoriamo con artisti che utilizzano questa nuova tecnologia in modi convincenti e rivoluzionari, dal già citato «Replicator» di Mad Dog Jones, che autogenera nuove opere d’arte, al lavoro di Drue Kataoka «Will your heart pass the text?», che ci ha fatto ripensare al modo con cui ci avviciniamo alla beneficenza. L’innovazione del mezzo ha creato una relazione completamente nuova fra gli artisti e il loro mercato. Poiché continuiamo a registrare una forte domanda internazionale rimaniamo fermi nei nostri obiettivi e continueremo a organizzare aste dedicate agli Nft così come a proporli all’interno di più ampie vendite.

Secondo lei qual è un elemento chiave che distingue Phillips dalle altre due principali case d’aste internazionali, Christie’s e Sotheby’s?
Phillips è focalizzata esclusivamente sulle opere del ’900 e del contemporaneo e ciò ci dà un reale vantaggio in questo campo. La nostra squadra è in grado di muoversi rapidamente e con efficienza in un contesto innovativo per produrre risultati significativi.

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