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Carla Cerutti
Leggi i suoi articoliLa stagione primaverile delle aste di design era già stata inaugurata il 4 marzo da un’ottima performance di Sotheby’s a New York che aveva suscitato forti competizioni per l’acquisto finale, a prezzi piuttosto elevati, di lotti significativi che spaziavano dall’Art Nouveau francese al design contemporaneo, totalizzando oltre 2,3 milioni di euro. Top lot della tornata il tavolo da pranzo «Conoid» di George Nakashima, che ha oltrepassato la stima massima di 31.500 euro con un’aggiudicazione a 78.700, mentre le sei sedie relative sono state aggiudicate, a parte, per 22.500 euro. Bene, inoltre, i favrile glass e le lampade di Tiffany, alcuni esempi di mobili e di argenti viennesi Jugendstil e secessionisti, lampadari e lampade sia di Gallé sia di Daum, mobili déco parigini, argenti scandinavi e alcuni esempi di design italiano, valutati ed esitati a prezzi decisamente superiori a quanto avviene in Italia: una sedia pieghevole Ninfea, disegnata da Gio Ponti per Reguitti negli anni ’50, è stata venduta a 9mila euro, quasi 20 volte di più della quotazione raggiunta a Torino, da Santagostino, lo scorso 14 aprile, dove una coppia della stessa identica sedia è stata aggiudicata per 1.240 euro. A ulteriore conferma, come già avvenuto in passato (cfr. n. 349, gen. ’15, p. 44), basta guardare i risultati dell’ultima asta parigina dedicata da Piasa al design italiano, lo scorso 15 aprile: una coppia di poltrone Digamma, con relativo poggiapiedi, disegnata da Ignazio Gardella per Gavina nel 1957, è stata acquistata per 62.524 euro, partendo da una stima di 12-18mila, mentre un unico esemplare della stessa poltrona era stato aggiudicato a Torino da Sant’Agostino, il giorno precedente, per 13.600 euro. Altri lotti di Gardella, presenti in asta da Piasa, hanno largamente superato le aspettative, soprattutto la libreria Lib2 per Azucena, del 1955, venduta a 79.920 euro. Tra i migliori esiti ottenuti risalta, inoltre, uno splendido pannello in ceramica smaltata con due figure in maschera, pezzo unico realizzato da Fausto Melotti nel 1959-63 per la pasticceria Daniele di Napoli, stimato 65-85mila euro e battuto per 91.080; molto bene anche Angelo Lelii per Arredoluce: una sua plafoniera a 12 luci globulari del 1958 ha quasi triplicato la stima massima con un’aggiudicazione finale a 51.040 euro. Ottimi risultati, infine, per Albini, Mangiarotti, per le ceramiche di Sottsass, per Fornasetti (del quale un tavolino circolare con il motivo delle «Fasi del sole» ha spuntato quasi 32mila euro), meno felici per Gio Ponti. Ha deluso, invece, le aspettative l’asta organizzata da FauveParis, lo scorso 16 aprile, della collezione di arte decorativa e di design (soprattutto italiano) assemblata da Alessandro Pron, fondatore della parigina Galerie Italienne.
Invenduti, infatti, molti pezzi forti della raccolta: dal lampadario con libellule del Mazzucotelli al grande pannello in mosaico con i Re Magi di Zecchin, a due importanti mobili di Gio Ponti; fortunatamente le sorti sono state risollevate da un raro tavolo da pranzo di Carlo Bugatti del 1890, che ha trovato un acquirente a 100mila euro, e da una coppia di poltrone in noce scolpito di Cambellotti, ideate negli anni Trenta per il Palazzo dell’Acquedotto di Bari, aggiudicate per 17.500 euro.
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