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La facciata del Duomo di Gemona del Friuli. Foto: Soravito

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La facciata del Duomo di Gemona del Friuli. Foto: Soravito

Nascosto per secoli sotto il Duomo di Gemona

Scoperto un complesso sotterraneo con affreschi del Trecento, il lapidario la cripta ossario. A marzo verrà aperto al pubblico

Gemona (Ud). Sotto la sagrestia del Duomo, a pochi metri da una porta dell’antica cinta muraria, a marzo verrà aperto al pubblico un complesso sotterraneo nascosto per secoli tra le fondamenta della chiesa: una scoperta per gli archeologi e per gli abitanti della cittadina friulana. Una porticina lungo il muro della sagrestia porta alla scala che scende verso alcuni ambienti ipogei già attrezzati. I primi sono due spettacolari stanze rivestite di affreschi della prima metà del Trecento raffiguranti storie di san Michele Arcangelo e san Giovanni Battista e una Crocifissione probabile opera del gemonese Nicolò di Marcuccio che stava contribuendo alla decorazione del Duomo.

Il restauro delle pitture sta per iniziare, sponsorizzato dal Rotary Club di Gemona e seguito direttamente dalla Soprintendenza. È l’ultimo intervento prima dell’apertura al pubblico. Intanto sono stati terminati l’ambiente inferiore del lapidario e quello, assai complesso, nel quale si è recuperato l’ossario, una cripta inglobata nelle fondamenta del Duomo otto metri sotto il sagrato. In quello spazio rimasto vuoto per secoli erano state accumulate alla rinfusa le ossa riesumate dal vecchio cimitero del Duomo. All’inizio dell’Ottocento le leggi napoleoniche avevano imposto la chiusura delle aree cimiteriali urbane e così, nel 1825, l’ossario fu riempito di terra, sigillato e dimenticato.

Il sisma del 1976 in Friuli fece crollare l’intera navata destra e il tetto del Duomo: durante lo scavo per il consolidamento delle strutture e delle fondamenta venne scoperta l’esistenza della cripta, rimasta interrata in attesa che la ricostruzione di Gemona, distrutta, fosse terminata. Nel 2008 cominciarono i lavori per mettere in luce e studiare quel tesoro nascosto che conserva anche elementi inediti della storia locale. Il Duomo ha un lungo passato segnato da terremoti e ricostruzioni. L’edificio attuale, consacrato nel 1337 e tra i massimi esempi di architettura gotica medievale in Friuli, sostituisce e amplia una chiesa precedente edificata tra X e XI secolo.

La facciata, opera del maestro Giovanni Giglio, venne rimaneggiata dopo il grave terremoto del 1348 e ancora nel 1429 e in epoche successive. Gli ultimi interventi di manutenzione sono terminati da poco. In questi anni la comunità di Gemona è stata alla base di tutto il lavoro: protagonisti i volontari, sempre affiancati dalla Soprintendenza. Lo scavo dell’ossario si è rivelato particolarmente lungo e laborioso: sondaggi preventivi, rimozione strato per strato, terra setacciata, ogni reperto catalogato e studiato. Nei 180 metri quadrati di terra rimossi erano mescolate migliaia di ossa e tra queste frammenti ceramici di epoche diverse che hanno dato informazioni sulle origini delle persone sepolte.

Tra i resti umani sono emerse anche piccole monete di vari metalli prodotte nelle zecche venete, ma anche tedesche e ungheresi, che rivelano le vie del commercio di allora: gli spiccioli in uso dal XII secolo in poi. A tutto questo lavoro hanno provveduto i volontari dell’Associazione Osterman con il suo segretario Enzo Forgiarini. Fin dall’inizio con i suoi progetti e la direzione di tutti i lavori ha avuto un ruolo chiave un altro volontario, l’architetto Alberto Antonelli che lo scorso anno ha realizzato anche la demolizione e il rifacimento del pavimento in pietra del sacello. Era infatti urgente ridurre l’umidità sui muri affrescati e compiere le necessarie indagini archeologiche.

In attesa della fine dei restauri pittorici, il complesso ipogeo è già pronto a ricevere i visitatori: pochi gradini sotto la superficie il sacello, più in basso il lapidario e in fondo a una scala a chiocciola la cripta ossario risanata. Su una parete verticale di diversi metri sono composti e ordinati centinaia di teschi e migliaia di ossa: quasi un’installazione di arte contemporanea.

La facciata del Duomo di Gemona del Friuli. Foto: Soravito

Edek Osser, 04 gennaio 2019 | © Riproduzione riservata

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Nascosto per secoli sotto il Duomo di Gemona | Edek Osser

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