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Napoli, Pompei e i Greci e gli Amori divini al Mann

Tra due anni la riapertura dopo quasi un decennio della collezione greca

Carlo Avvisati

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Napoli. Con cento pezzi distribuiti in tre sezioni apre il prossimo 6 giugno, al Mann-Museo archeologico di Napoli, dove rimarrà visitabile sino al 16 ottobre, la grande mostra sui Greci in Campania titolata «Amori divini». L’esposizione napoletana segue di quasi due mesi quella che, sullo stesso argomento, prenderà il via il 12 aprile negli spazi della Palestra Grande di Pompei. L’allestimento del Mann occuperà le sale al secondo piano, accanto al Salone della Meridiana, nelle quali tra due anni è prevista la definitiva presentazione della collezione greca, rimasta chiusa per quasi un decennio. Delle tre sezioni della mostra la prima è incentrata sull’arrivo in epoca romana del «Mito degli amori», gli stessi che Ovidio riportò nelle sue «Metamorfosi». Per illustrarli verranno esposti alcuni tra i più significativi vasi attici, del VI- V secolo a.C., che il Mann conserva nelle sue collezioni, oltre ad alcuni pezzi in arrivò dal Louvre. Una successiva sezione tratterà della fortuna del mito e della sua assimilazione nel mondo romano. A raccontarlo saranno gli affreschi e i mosaici rinvenuti nelle aree vesuviane, tra Pompei e Ercolano, a Oplontis e Stabiae. Nell'ultima sezione, destinata alla diffusione dei miti in epoca postclassica, figureranno invece sculture e dipinti del Sei e Settecento, con prestiti, tra gli altri, dall'Ermitage di San Pietroburgo, da collezioni veneziane e dagli Uffizi. E proprio dagli Uffizi giunge lo «Zeus e Ganimede» Scelto come immagine guida della mostra. «La mostra napoletana, rivela il direttore del Mann Paolo Giulierini, sarà una mostra nella mostra: i pezzi verranno infatti proposti nelle sale del Museo pavimentate con i mosaici trovati negli scavi vesuviani». A Pompei, invece, per illustrare la grecità della città saranno proposti circa 600 pezzi e tre installazioni multimediali. L’area occupata sarà quella che sino a qualche giorno fa era utilizzata per l’esposizione sugli Egizi. Curata da Massimo Osanna, direttore generale degli scavi di Pompei e da Carlo Rescigno, professore di archeologia alla II Università di Napoli, la mostra pompeiana propone, tra gli altri, gli argenti del tesoro di Moregine, i «lontri» (barche a fondo piatto e di basso pescaggio) del VI secolo a.C. del villaggio preistorico di Longola; i bronzi con le «sirene» da Capua, un’Afrodite «Sosandra» da Baia e un’altra, simile, da Stabiae,due elmi di Ierone: uno prestato dal British Museum di Londra e l’altro dal museo di Olimpia, in Grecia.

Zeus e Ganimede

Afrodite Sosandra da Baia

Argenti da Moregine

Elmo

Carlo Avvisati, 27 marzo 2017 | © Riproduzione riservata

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