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Gabriella Belli, direttore scientifico della Fondazione Musei Civici di Venezia

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Gabriella Belli, direttore scientifico della Fondazione Musei Civici di Venezia

Musei Civici veneziani senza testa

Da settembre la direttrice Gabriella Belli lascia l’incarico, dopo 11 anni. Nessun bando per sostituirla, ma un interim assegnato a una dirigente interna. E da settembre scatta l’aumento del biglietto per Palazzo Ducale: 30 euro, il più caro d’Europa

Enrico Tantucci

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La Fondazione Musei Civici di Venezia rimane senza «testa». Da settembre, dopo circa 11 anni di mandato, Gabriella Belli, direttore scientifico della Fondazione che gestisce le undici raccolte di proprietà comunale (forse il più importante sistema museale italiano di questo tipo) lascerà il suo incarico. Ma l’istituzione presieduta da Maria Cristina Gribaudi e che ha come vicepresidente di diritto il sindaco di Venezia Luigi Brugnaro, non ha, a quanto sembra, alcuna intenzione di sostituirla. Nessun avviso pubblico per la scelta del direttore, diversamente da quanto deciso da istituzioni analoghe come la Fondazione Brescia Musei o il Museo Poldi Pezzoli di Milano, ma un incarico ad interim assegnato a una dirigente interna, Chiara Squarcina, che attualmente ha anche la responsabilità del Museo del Vetro di Murano, di quello del Tessuto e Costume di Palazzo Mocenigo e ora anche del museo di Palazzo Fortuny.

Ad affiancarla sul piano amministrativo sarebbe il segretario amministrativo della Fondazione Mattia Agnetti. Ma senza nulla togliere alla professionalità dei singoli, a chi spetterà il compito di curare la programmazione dei musei civici, selezionare le mostre, curare i rapporti internazionali? La stessa Belli ha di recente dichiarato che verrebbe creato un nuovo Comitato scientifico che si occuperebbe anche della programmazione e da cui in futuro potrebbe anche essere scelto il nuovo direttore dei musei civici veneziani.

Ma lo statuto della Fondazione Musei prevedeva già la presenza di un Comitato scientifico che però, di fatto, non si è mai riunito in questi anni, nonostante la presenza di nomi illustri come Jean Clair e Anna Ottani Cavina. È lecito perciò nutrire più di qualche dubbio sull’efficacia e la reale praticabilità di questa soluzione. Anche perché la parola d’ordine di Brugnaro, vero deus ex machina della situazione, è «risparmiare», anche sullo stipendio di un nuovo direttore, «valorizzando le professionalità interne», come ha dichiarato di recente in occasione della presentazione al pubblico delle nuove Sale restaurate di Palazzo Reale, all’interno del museo Correr.

Cresce pertanto a Venezia il timore di un forte ridimensionamento dell’attività dei musei civici. Un’interrogazione del Pd veneziano al sindaco Brugnaro, che chiedeva appunto il lancio di un avviso pubblico per la scelta del nuovo direttore, è rimasta senza risposta. E ora a muoversi con un appello pubblico sono studiosi e intellettuali veneziani per chiedere appunto che la Fondazione Musei emetta prima di settembre un avviso pubblico per la ricerca di un nuovo direttore scientifico che sostituisca Gabriella Belli e non si limiti a insediare al suo posto un dirigente interno dell’istituzione.

L’appello ha tra i suoi primi firmatari la presidente dei Comitati privati internazionali per Venezia Paola Marini, già direttrice delle Gallerie dell’Accademia, insieme a storici dell’arte come Angela Vettese, Stefania Mason Rinaldi, Nico Stringa, Fernando Mazzocca. «I Musei veneziani, vi si legge, hanno bisogno di una direzione capace di rappresentare il meglio della cultura italiana e internazionale, che possa dialogare con le esperienze più innovative nel campo della museologia, della didattica, capace di valorizzare assieme ai patrimoni museali, le biblioteche e gli archivi di ricerca che sono connessi».

Intanto alla Fondazione Musei, sempre sotto la spinta di Brugnaro, si pensa al concreto: aumentare il prezzo del biglietto d’ingresso a Palazzo Ducale, il più caro d’Europa. Con l’aumento del biglietto da 25 a 30 euro che scatterà dal primo settembre (comprensivo anche di possibile visita al museo Correr, all’Archeologico e al Salone Sansoviniano della Biblioteca Marciana), il Palazzo dei Dogi rafforzerà infatti il suo primato di museo più costoso del vecchio Continente, che già deteneva, davanti anche a «giganti» come il Louvre, le Gallerie degli Uffizi o i Musei Vaticani.

L’aumento, varato alla chetichella e per ora senza nessuna comunicazione ufficiale da parte della Fondazione Musei Civici, non scatterà per chi prenoterà la visita con almeno un mese di anticipo. In linea con le politiche di incentivazione alla prenotazione legata alla prossima introduzione della tassa d’ingresso per i visitatori giornalieri. Ma anche a 25 euro il ticket d’ingresso per il Ducale e i musei marciani resta largamente il più dispendioso non solo in Italia, ma appunto anche in Europa. Questo nuovo aumento pare a molti un azzardo, per la Fondazione Musei Civici, considerando che tutto il sistema museale veneziano vive appunto sulle spalle del Ducale e dei suoi visitatori, che non devono perciò venire a mancare

Gabriella Belli, direttore scientifico della Fondazione Musei Civici di Venezia

Una veduta della mostra di Anselm Kiefer a Palazzo Ducale, Venezia

Enrico Tantucci, 06 agosto 2022 | © Riproduzione riservata

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