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Stefano Luppi
Leggi i suoi articoliModena. Taglia il traguardo della XXXIV edizione, in programma dall’8 al 16 febbraio nei padiglioni dell’Expo, Modenantiquaria, la storica manifestazione curata da ModenaFiere in collaborazione con l’Aai-Associazione Antiquari d’Italia (che organizza un proprio stand con 14 presenze: Bacarelli, Botticelli, Enrico Frascione, Carlo Orsi, Moretti, Piva&C, Maurizio Nobile, Carlo Virgilio, Orsini, Romano, Velona, Bruschi, Walter Padovani e Robilant+Voena).
Quest’anno tra i 110 espositori spiccano le «prime volte» di Alessandra Di Castro di Roma, neopresidente dell’Aai, di Alberto Di Castro (che negli anni ’90 curò la vendita alle Gallerie Estensi del cembalo seicentesco in marmo appartenuto al duca Francesco II d’Este), di Gallo Fine Art e di Duccio Pallesi di Montecarlo. A loro si affiancano alcuni dei maggiori galleristi italiani, da Altomani & Sons a Galleria Cantore, da Longari a Fondantico e ancora Tornabuoni Arte, Robertaebasta e Cesare Lampronti, Salamon & C, Bottegantica di Enzo Savoia, Paolo Antonacci, Berardi Galleria d’Arte e Mirco Cattai.
L’incremento di pubblico è stato costante negli anni e oggi supera i 35mila visitatori paganti che accedono all’area espositiva di circa 15mila mq. Nel corso della sua storia Modenantiquaria ha vissuto numerosi cambiamenti, tra cui, nel 2015, la cessione del marchio e dell’organizzazione da parte di Studio Lobo di Correggio a ModenaFiere. La crescita di Modenantiquaria (che quest’anno vede la sezione «Excelsior» dedicata alla pittura del XIX secolo «assorbita» dal salone principale; «Petra», invece, riservata alle antichità per parchi e giardini, giunge alla XXVII edizione con una settantina di espositori) è indubbia e costante: nel 1987 a esporre erano una trentina e i metri quadrati 1.500.
E per il 2020 il direttore di ModenaFiere Marco Momoli prevede un’ulteriore crescita, alla conquista del mercato europeo. Insieme a disegni, stampe, gioielli, mobili, tappeti e oggetti di pregio d’alta epoca, sono pittura e scultura a farla da padrone. La Salamon di Milano espone una tempera a fondo oro di Antonio da Viterbo il Vecchio (terzo quarto del XV secolo) raffigurante «I quattro dottori della Chiesa», già in collezione Del Drago a Bologna, Cantore di Modena un raro autoritratto del secondo ’500 di Bartolomeo Passerotti (1529-92), mentre Arcuti di Roma propone una «Natura morta con vaso in marmo scolpito, fiori e pappagallo» di David de Coninck (1636-87).
Contemporaneo di quest’ultimo è Pieter Boel (Anversa 1622-Parigi 1674) di cui la romana Miriam Di Penta Fine Arts propone il dinamico olio su tela «Phoenicopterus roseus», in cui il grande uccello dal roseo piumaggio è colto con ali e becco aperti. Tra le proposte di Fondantico di Tiziana Sassoli spicca il «San Girolamo in preghiera» del 1570 dipinto dal bolognese Lorenzo Sabatini detto Lorenzino (1530 ca-1576). Infine il monegasco Pallesi punta sul «Giovane nuotatore» (1932-33) in bronzo di Francesco Messina (1900-95).
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