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Stefano Luppi
Leggi i suoi articoliI Musei Civici di Modena, diretti da Francesca Piccinini, celebrano i 150 anni d’apertura nel 2021. Tante le iniziative già in corso, a partire da una maggiore visibilità e condivisione del proprio patrimonio artistico e archeologico sbarcato su Wikipedia. Un progetto realizzato in collaborazione con Wikimedia Italia, che fa parte delle attività Glam-wiki (Galleries, Libraries, Archives and Museums).
L’istituzione civica punta su nuove modalità di comunicazione utili a rafforzare la propria identità potenziando la dimensione digitale e il web e comunicando anche contenuti ad accesso aperto a nuovi target di pubblico. In questi mesi un operatore di Wikipedia sta formando lo staff. I Musei rendono inoltre disponibili con licenza libera immagini digitalizzate e documenti. Il patrimonio museale entra nel concorso fotografico internazionale «Wiki Loves Monuments». Ma non è l’unica novità.
Nei giorni del lockdown i Musei modenesi sono stati attivi online e sui social per mantenere vivo il contatto con il pubblico, invitato a interagire e fare comunità intorno alla cultura. Con lo stesso spirito ora affiancano le scuole nella sfida post pandemia, proponendo itinerari didattici alternativi fruibili su piattaforme digitali. Si parte a settembre sia ai Musei Civici sia al Parco archeologico della Terramara di Montale nel Comune di Castelnuovo Rangone, a pochi chilometri da Modena.
Nel sito archeologico gestito dai Musei Civici ci si immerge nelle atmosfere di un villaggio dell’Età del bronzo, ricostruito sulla base degli scavi visibili nell’area musealizzata: fortificazioni, aree produttive e due abitazioni arredate con vasellame, utensili, capi di abbigliamento e armi fedeli agli originali di 3.500 anni fa. Nei giorni festivi autunnali sono previste in loco visite guidate, attività di archeologia sperimentale e laboratori per bambini. Fa capo ai Musei Civici anche il Sito Unesco romanico di piazza Grande a Modena, con Duomo e Ghirlandina.
Nel primo fine settimana di ottobre vi si svolgerà la terza edizione di «Modena Patrimonio Mondiale Fest», con visite guidate su prenotazione e creazione di video sui luoghi più inaccessibili: i sottotetti della cattedrale, con resti di affreschi del Duecento; la guglia della Torre civica, con la seicentesca scala a chiocciola in legno; la Torre dell’orologio di Palazzo Comunale, con l’orologio ottocentesco di Ludovico Gavioli, e la volta della sala del Consiglio comunale, con la struttura lignea ottocentesca a carena.
Per quanto riguarda l’attività espositiva, infine, i Musei Civici hanno avviato un progetto di riscoperta delle raccolte archeologiche ottocentesche, coniugando discipline scientifiche e umanistiche. Fino al 18 ottobre prosegue la mostra «Storie d’Egitto», mentre dal 14 novembre sarà la volta di una raccolta proveniente dai siti più importanti del paleolitico francese, a partire dagli studi pioneristici di Boucher de Perthes. Per tutto luglio sono inoltre visitabili le collezioni museali.
Elisabetta Sirani «Galatea» (1664)
Pseudocanopi di epoca tarda (664-332 a.C.), necropoli tebana. Foto di Paolo Terzi
Una veduta della sala dei tessuti Gandini dei Musei Civici. Foto di Paolo Pugnaghi
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