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Miserabile antisemita, ma grande poeta

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Achille Bonito Oliva

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L’arte nel suo distacco finale dalla forma si emancipa alla vita. Con quelle parole talora malintese, che «l’artista spesso è un errore biologico rispetto all’opera d’arte», volevo sottolineare che l’opera è intangibile oltre tutte le disgrazie che travolgono l’uomo: al di là della vita miserabile, del suo miserabile antisemitismo Céline rimane un grande poeta. La poesia è sempre salva. Per questo, indipendentemente dalle tare dell’autore e del mondo, l’opera chiede un giudizio che la riguardi, un giudizio riferito a essa sola: questa è l’autonomia dell’arte, la quale continuamente nel quotidiano manifesta lo spazio dell’eterno. Solo per questo l’opera, quale che sia il suo tempo ed il suo autore ci mette di fronte ad uno spettacolo inusitato, alla «festa», il giorno fuori dalla storia, il giorno del mito e del dio, nel quale per gli antichi tutto si rovesciava, nessuna regola usuale aveva più valore: la festa, il tempo santo rifonda il tempo mondano, come l’arte rifonda la vita. Riguardo l’etica, le norme di comportamento degli uomini, l’arte, così distante da tutto, non è più morale né immorale, ma amorale.

Achille Bonito Oliva, 04 aprile 2016 | © Riproduzione riservata

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