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Carla Cerutti
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Parte da decenni di un collezionismo «di nicchia», come si suol dire, il flacone da profumo del tardo Ottocento e del Novecento continua a suscitare interesse tra i suoi estimatori, soprattutto francesi ma anche italiani, inglesi, americani e asiatici. Lo conferma la recente asta organizzata a Cannes, lo scorso 17 luglio, da Besch: 321 lotti con esemplari storici di Baccarat, Saint-Louis, Viard, Depinoix, Jollivet e una settantina di rimarchevoli flaconi di Lalique creati per Coty, Roger&Gallet, D’Orsay, Molinard, Piver, Vigny, Worth e altri ancora.
Anche se, in proporzione, sono stati venduti più facilmente gli esemplari meno eccezionali, a soddisfazione, evidentemente, di una clientela meno esigente, alcuni dei pezzi più rari sono stati esitati a prezzi di rilievo, come i 24.475 euro pagati per un flacone di Lalique e la sua scatola originale, concepito nel 1928 per il profumo «Le Baiser du Faune» di Molinard, o i 17.570 per il raro flacone in cristallo di Baccarat ideato nel 1910 per il profumo «Mar del Plata» di Delettrez, accompagnato dal cofanetto originale in metallo argentato ornato, come la bottiglietta, da sirene, alghe, meduse e cavallucci marini in rilievo.
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