Verifica le date inserite: la data di inizio deve precedere quella di fine

Laura Lombardi
Leggi i suoi articoliAvviati lo scorso settembre, si sono appena conclusi i restauri della Libreria Piccolomini, gioiello del Rinascimento all’interno della Cattedrale di Siena. Le pareti sono interamente affrescate, la volta a grottesche è ispirata alla Domus Aurea neroniana, il gruppo classico al centro è testimonianza del gusto per l’antico del committente, il cardinale Francesco Tedeschini, gli splendidi corali sono miniati da artisti provenienti dal Nord e il pavimento è decorato con le mezzelune dorate emblema della famiglia. Queste ultime campeggiano nello stemma Piccolomini che ritroviamo sulle vetrate, nelle lunette con gli scudi papali (Pio II e Pio III) sorretti dagli angeli e nella fascia centrale che divide le finestre. Vi sono poi gli stemmi del cardinale Francesco Tedeschini presenti anche al culmine della volta a grottesche. Dai documenti conservati nell’Archivio dell’Opera della Metropolitana (1735) risulta che le vetrate eran già bisognose di restauro all’inizio del Settecento. Oltre alle vetrate l’attuale restauro ha interessato anche la parete decorata che ospita le finestre e il primo affresco del ciclo con le storie di Pio II, opera di Pinturicchio, particolarmente significativo perché alla sua ideazione partecipò il suo giovane compagno di bottega Raffaello. Enea Silvio Piccolomini, il futuro papa umanista Pio II, è ritratto con la chioma fluente, mentre muove a cavallo alla volta del Concilio di Basilea sullo sfondo di un mare in tempesta, accompagnato da un ricchissimo corteo di notabili, ecclesiastici, cavalieri, paggi e alabardieri. Un evento realmente accaduto come si legge non solo nei Commentarii, l’autobiografia di Pio II, ma anche in altre fonti: a 27 anni Enea Silvio si pose infatti al seguito di Domenico Capranica, che a Basilea voleva rivendicare i suoi diritti per la nomina a cardinale proclamata da Martino V, ma non confermata dal suo successore Eugenio IV. Quel viaggio si rivelerà pieno di insidie, sia per la perfidia umana (come quella del signore di Piombino, Iacopo Appiani), sia per la violenza degli elementi, che tuttavia Enea Silvio affronterà, sorretto dalla virtù e dalla fortuna. I lavori commissionati dall’Opera della Metropolitana sono stati eseguiti dal Laboratorio di Restauro di Fabrizio Iacopini e dalla Diana vetrate d’arte-mosaici, diretti dall’architetto Annalisa Pisaneschi e dalla funzionaria della Soprintendenza Anna Maria Emanuele. Hanno interessato soprattutto i frammenti di intonaco pittorico distaccati lungo una vecchia lesione che coinvolge l’affresco in senso longitudinale.
Altri articoli dell'autore
Identità culturale e linguaggio sono i temi dell’artista indiana, la tensione e il limite nel tempo e nello spazio quelli del vicentino. All’Arco dei Becci il colombiano che da ragazzino dipingeva con i numeri
Per il riallestimento del Salone nel Museo del Bargello, su quasi 2mila metri quadrati di superfici, pareti, volte, decorazioni architettoniche (costoloni e balze) ed elementi lapidei, sono state coinvolte professionalità interne ed esterne al museo
Strumentazioni avanzatissime svelano inattesi dettagli sotto la superficie pittorica: un convegno in corso a Firenze conferma come l’aspetto conoscitivo della tecnica sia fondamentale per la lettura del contenuto dell’opera, aprendo un nuovo capitolo di studi
In due giornate di convegno, il 15 e il 16 aprile, si farà il punto su quanto è emerso in quattro anni di analisi diagnostiche e restauri degli affreschi di Masolino, Masaccio e Filippino Lippi nella Chiesa di Santa Maria del Carmine