Mercanteinfiera: dal cavatappi a Bob Dylan
È dedicata alle «collezioni d’ossessione» la terza edizione della rassegna parmigiana. Tra le curiosità, pantofole «papali» realizzate in filo d’oro alla fine del ’700

Dal 30 settembre all’8 ottobre si tiene l’edizione autunnale di Mercanteinfiera, quest’anno dedicato alle «Collezioni d’ossessione. Dal cavatappi a Bob Dylan», titolo che fa riferimento a due delle tre mostre collaterali previste.
Intorno all’oggetto che Leonardo studiò a fine ’400 nel «Codice Atlantico» è costruita «In vino veritas: le infinite forme del cavatappi», che racconta le origini dell’utensile che nel XV secolo si pensa servivesse per rimuovere i pallini di piombo incastrati nelle canne dei fucili, e nel ’700 per aprire le boccette dei profumi sigillati con tappi di sughero. «Paolo Brillo. Stolen Moments. Bob Dylan and Other Music Icons» propone 250 scatti realizzati da Brillo in trent’anni di concerti del grande cantautore americano.
La terza mostra è «Comunicare la moda: immaginari di genere, 1960-1980. Un percorso negli archivi Csac», un viaggio tra i documenti del Centro Studi e Archivio della Comunicazione. L’antiquariato, il design storico (con Gio Ponti, Gaetano Pesce, Franco Albini e Vico Magistretti), il modernariato e il vintage rimangono l’anima di Mercanteinfiera, con migliaia di oggetti di ogni foggia proposti da un migliaio di espositori italiani ed esteri.
Uno dei reperti più antichi in mostra è un idolo a occhioni sumero del IV millennio a.C. Numerosi gli orologi d’ambito francese dei secoli XVIII e XIX, oltre alle marche d’alta orologeria (da Vacheron Constantin a Patek Philippe). Non mancano i dipinti, tra cui un «Cristo Benedicente» di Bernardino Luini (1481 ca-1532), tempere di Octavianus Monfort del 1680-89 e opere di de Chirico («Testa di Gladiatore con tempio», 1929-30) e di Cesare Viazzi («Le Sirene», 1901). Tra gli oggetti più curiosi, le pantofole «papali» realizzate in filo d’oro alla fine del ’700.