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Federico Castelli Gattinara
Leggi i suoi articoliRoma. Presentato questa mattina il programma MaXXI 2017 vedrà una vera rivoluzione degli spazi interni del museo. Dal 5 maggio «The place to be», questo il titolo, segna la riorganizzazione della collezione permanente (e gratuita eccetto il weekend), che viene spostata dalla Galleria 4 alla 1 al piano terra e alla 2 subito sopra, quest’ultima dedicata a focus autoriali e tematici su arte e architettura, triplicando nel complesso gli spazi.
L’intero piano terra diventerà una sorta di «foro pubblico», con la Galleria Scarpa riservata ai video, aperta anche a nuovi contributi, e la Galleria Gianferrari trasformata in bookshop e ristorante-caffè accessibile direttamente dalla strada. Per l’occasione sarà pubblicato anche il catalogo aggiornato delle collezioni d’arte (429 opere), arricchite solo nel 2016 di 16 nuovi lavori, gli ultimi tre scelti dagli Amici del MaXXI su una rosa proposta del direttore artistico Hanru: la serie di foto di Letizia Battaglia sull’ospedale psichiatrico di Palermo attualmente esposta nella sua retrospettiva, «Il viaggio» di Rossella Biscotti che vedremo nel riallestimento della permanente, due disegni di Chen Chieh-jen parte della mostra «Please come back» che inaugura il 9 febbraio.
Sul fronte espositivo il programma prevede 15 nuove mostre e progetti artistici speciali. Tra gli appuntamenti di maggior rilievo, la già citata «Please come back» (9 febbraio-28 maggio), una collettiva di 26 artisti e 50 opere che dal tema del carcere si allarga alla società attuale e alla questione del controllo globale. La monografica su Piero Gilardi (13 aprile-15 ottobre), che propone un maestro molto poco «star» ma fondamentale per le giovani generazioni e grande sperimentatore, dalle prime opere anni Sessanta all’uso dei new media negli anni Ottanta, fino al recente Parco arte vivente di Torino. Interessante anche l’apertura al rapporto arte-scienza con «Einstein Oggi», che celebra il centenario della Teoria della Relatività (autunno 2017), in partnership con l’Agenzia Spaziale Italiana e l’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare, con importanti installazioni come quella di Tomás Saraceno. E ancora mostre d’architettura dedicate a Zaha Hadid a un anno dalla morte, allestita dallo stesso Studio Hadid, e Yona Friedman, un «giovane architetto di 93 anni» come l’ha definito Hanru per le idee fresche e rivoluzionarie che ancora produce. Una riproposizione dell’Estate romana a 40 anni dalla sua nascita, con la ricostruzione del Teatrino Scientifico di Purini-Thermes e un ricco calendario di eventi, incontri, spettacoli elaborato insieme al Campidoglio. L’affondo sulla città di «Beirut» (dal 15 novembre), che conclude la trilogia su Mediterraneo e Medioriente che ha visto nei due anni passati esposizioni su Iran e Istanbul. La prevista mostra di opere del MoCa di Teheran, congelata per motivi politici, è rimandata al 2018. E ancora il Cinema al MaXXI, che riprende da oggi e sarà più legato a mostre e collezioni, la presentazione del progetto MaXXI per l’ArtBonus, rivolto alla conservazione delle collezioni, due nuovi progetti web attivi da oggi: «Jack», la prima web tv dedicata all’arte contemporanea (www.jackarts.tv) che vede già coinvolte 14 istituzioni nazionali e internazionali, una piattaforma aperta (non solo un archivio video) con dirette streaming, contributi di art blogger, eccetera; «Virtual MaXXI», realtà virtuale applicata su diversi grandi modelli di progetti architettonici non esposti, da fruire tramite appositi visori in Galleria 4.

L'esterno del MaXXI. Foto Musacchio Iannello

Un'opera esposta nella mostra «Please come back»(dal 9 febbraio): «People Pushing» (2007-2008), di Chen Chien-Jen,

Un'opera della collezione permanente: Mario Merz, «Senza titolo (Triplo Igloo»,) 1984-2002, foto Musacchio Ianniello, courtesy Fondazione MaXXI

Il Terminal marittimo a Salerno, 2016: uno dei progetti di Zaha Hadid che saranno in mostra al MaXXI. Foto courtesy Zaha Hadid Architects

Yona Friedman, Mobile Architecture, veduta della mostra alla Power Station of Art di Shanghai (16 maggio-16 agosto 2015). Fot: Jiang Wenyi, courtesy Power Station of Art
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