Nel 1894 la 28enne Mary Warburg scriveva: «Un giorno mi piacerebbe dipingere un quadro che ispiri a chiunque lo guardi momenti di libertà e felicità»; da questa frase prende spunto la mostra che la Ernst Barlach Haus le dedica fino al 12 giugno: «Ai momenti liberi e felici. Mary Warburg (1866-1934). Pastelli, disegni, sculture».
Non suonerà nuovo agli appassionati d’arte il suo cognome: Mary Hertz, lo acquisisce sposando il celebre storico d’arte Aby, i cui antenati ebrei della famiglia bolognese Levi Del Banco si erano insediati nella cittadina tedesca di Warburg, in Vestfalia, prendendone il nome, come consuetudine del tempo. Di lui tutti conoscono l’Atlante fotografico d'arte «Menmosyne» (al quale la Gemäldegalerie di Berlino ha dedicato di recente una bella mostra) sull’iconografia artistica dall'antichità all’età rinascimentale, pietra miliare della disciplina, ma di Mary si sa ben poco.
Come molte altre sue contemporanee di talento, fu messa in ombra da un parente ingombrante, nel suo caso il marito, ma avrebbe potuto essere, come in altre innumerevoli biografie, un fratello, un padre, un amante, insomma chiunque potesse esercitare un controllo sulla vita della sventurata di turno, spesso concedendosi l’indisturbato lusso di attribuirsene l'estro e l'opera.
Ma nel 2020 la casa editrice tedesca « Hirmer» le ha reso giustizia, pubblicando una monografia sul suo notevole lavoro: una fantastica riscoperta che ha ispirato al museo amburghese l’idea di dedicarle una mostra ricca di 50 opere prodotte in altrettanti anni di ritirata attività.
Articoli precedenti
Un’artista di punta della Performance art trasforma l’Historische Halle dell’Hamburger Bahnhof in un paesaggio vivente
Nell’Haus der Kunst sei decenni di attività dell’artista tedesca
60 dipinti e 50 disegni allestiti alla Alte Nationalgalerie per la più importante mostra nell’anniversario della nascita del massimo pittore romantico tedesco
Le nuove generazioni di fotografi originari del centro America puntano l’obiettivo sul «qui ed ora»