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Maratona digitale con suicidio

Lo scorso ottobre Rhizome ha lanciato la prima retrospettiva digitale sulla storia della Net Art. Lungo un biennio, Net Art Anthology è un progetto reso possibile dagli sforzi di un dipartimento specializzato in conservazione di lavori digitali. 100 i lavori presentati ogni settimana, fino al 2018, e selezionati dal direttore artistico Michael Connor. Cinque i capitoli della retrospettiva: gli albori della Net Art (fino al 1998), flash e internet blog (1999-2005), social media e Post internet Art (2006-11), app e saturazione dei social (2012-presente) e, per finire, un epilogo intitolato «Reprise», ideato allo scopo di coprire eventuali lacune emerse nell’arco dell’intero progetto.

Tra i lavori, lo straordinario progetto «Mouchette» di Martine Neddam, avviato nel 1996: si tratta di un sito, tutt’ora attivo, creato e aggiornato da un personaggio di finzione, Mouchette per l’appunto, un’adolescente di 13 anni dal turbolento (e dai tratti dark) mondo interiore. La piattaforma si serve di elementi html per plasmare un universo virtuale caotico e seducente. Essenziale è la partecipazione degli internauti: essi possono prendere parte alle discussioni, tra cui una delle più note ruotava attorno al tema del suicidio («Qual è il modo migliore per suicidarsi a 13 anni?», chiedeva Mouchette nel 1997, immaginando anche un «Christmas suicide kit»). 

Il servizio britannico di tv art streaming Random Acts è stato recentemente rilanciato (www.randomacts.channel4.com). «Abbiamo deciso di creare uno spazio dove artisti possano solo creare, usando la tv come tela», spiega il sito del progetto. Supportato da Arts Council England (con un investimento di 3,5 milioni di euro), un programma di short film di giovani talenti (tra i 16 e i 24 anni) così come di artisti riconosciuti internazionalmente verrà «proiettato» su una piattaforma online e sul canale tv britannico Channel 4.

Federico Florian, 07 gennaio 2017 | © Riproduzione riservata

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Maratona digitale con suicidio | Federico Florian

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