Raccoglie tavole di Jacobello del Fiore, un Vittore Crivelli, due dipinti certi e uno attribuito di Cola dell’Amatrice, un Cavalier d’Arpino, un polittico assegnato a Giuliano Presutti, il «Rinascimento marchigiano. Opere d’arte restaurate dai luoghi del sisma» dal 26 ottobre al 31 gennaio al Forte Malatesta.
Curata dal direttore dei Musei Civici Stefano Papetti e dallo storico dell’arte della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio delle Marche Pierluigi Moriconi, la rassegna propone 51 pezzi da 17 centri colpiti nel 2016.
L’iniziativa aveva incontrato critiche perché dapprima prevista solo in città lontane dal «Cratere»: Roma, dove andrà al Complesso di San Salvatore in Lauro del Pio Sodalizio dei Piceni dal 18 febbraio al 16 maggio 2020, e Senigallia, dove sarà al Palazzo del Duca dal 30 maggio al 31 ottobre.
La tappa ascolana colma l’oggettiva lacuna. L’Associazione Nazionale Comuni Italiani-Anci ha finanziato con 400mila euro i restauri eseguiti con le Università di Camerino e di Urbino da tecnici marchigiani e diretti dalla soprintendenza. Gli interventi «hanno permesso anche nuove attribuzioni», rimarca Papetti. La società Artifex organizza la mostra, la Regione Marche con il Pio Sodalizio copre le spese.
Articoli precedenti
Al MoMA la retrospettiva della pioniera della performance che si vorrebbe rivedere più volte
Documenti dell’Archivio di Stato di Ancona li rappresentano nel contesto storico del regime fascista
La seconda puntata di una corrispondenza sui motivi che ci spingono a visitare i luoghi dell’arte
Le due importanti città-stato etrusche sono gemellate idealmente da ieri