Uno degli acquerelli di Loris Cecchini esposti a Trieste

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Uno degli acquerelli di Loris Cecchini esposti a Trieste

Loris Cecchini per Arca

Una personale dell'artista milanese

Dal condominio solidale alle collezioni d’arte. Tra i tanti progetti dell’Itis di Trieste, Azienda Pubblica di Servizi alla Persona, a duecento anni dalla fondazione dell’istituto, l’arte è stata posta al centro di una visione innovativa raccolta sotto l’acronimo di Arca, ovvero Arte contemporanea per una comunità attiva, un progetto a cura di Riccardo Caldura.

Catalogate le ampie collezioni storiche (a cura di Daniele D’Anza e Matteo Gardonio), si guarda molto anche al presente: da anni si allestiscono esposizioni nell’atrio della sede (in via Pascoli 31 a Trieste), dove il personale e i residenti (considerati tali, più che pazienti) si muovono, da soli o accompagnati dai parenti, sulle proprie gambe o in carrozzina, tra le opere d’arte proposte come elemento essenziale nella cura della persona, al pari dell’assistenza e del cibo sano. Si sono succedute così le mostre di Serse (che all’Itis ha lo studio e organizza workshop), Massimo Kaufmann, Remo Salvadori, Manuela Sedmach, Nicola Facchini, Eric Gerini.

Dal 12 aprile all'8 giugno sarà la volta della mostra «Emulsione», a cura di Riccardo Caldura, con opere di Loris Cecchini: una serie di acquerelli su carta, avvolti in un involucro plastico trasparente e termoformato che proietta sulla carta ombre di oggetti inesistenti e riflessi di colore. Un gioco tra immateriale e fisico, tra naturalismo del disegno e astrazione, in una sorta di «doppia idea sovrapposta», come spiega lo stesso Cecchini, in cui la tecnica tradizionale del disegno a grafite e della pittura viene riletta grazie al packaging sottovuoto, dove alle velature dell’acquarello si sovrappongono tracce di mappe mentali.

Uno degli acquerelli di Loris Cecchini esposti a Trieste

Camilla Bertoni, 11 aprile 2019 | © Riproduzione riservata

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Loris Cecchini per Arca | Camilla Bertoni

Loris Cecchini per Arca | Camilla Bertoni