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Lo stato divino di Hokusai

Con la mostra «Hokusai: oltre la grande onda», aperta dal 25 maggio al 13 agosto, il British Museum inquadra gli ultimi trent’anni di vita dell’artista giapponese

Martin Bailey

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Katsushika Hokusai (1760-1849), vissuto fino a 89 anni lavorando prodigiosamente fino alla fine dei suoi giorni, dichiarò di aver iniziato a dipingere all’età di 6 anni. In tutto realizzò tremila stampe a colori e molti dipinti, un migliaio dei quali sono giunti sino a noi. La vita di Hokusai fu molto intensa: nel 1807 lo shogun Tokugawa Ienari lo convocò e gli chiese di mostrargli il suo lavoro. In quell’occasione l’artista tracciò su un foglio di carta poche righe di colore blu, poi estrasse da un cestino una gallina viva, ne intinse le zampe nell’inchiostro rosso e fece camminare l’animale sulla carta, intitolando l’opera «Foglie d’autunno sul fiume Tatsuta» (purtroppo andata perduta).
 
«Hokusai credeva che la sua arte migliorasse con l’avanzare dell’età», spiega Timothy Clark, curatore della mostra. Ormai anziano l’artista continuò a essere molto produttivo, assistito dalla figlia Eijo (chiamata Oi), a sua volta un’abile artista. Un giorno Hokusai scrisse che arrivato a novant’anni avrebbe compiuto ulteriori progressi, ma a 100 avrebbe raggiunto «uno stato divino nella mia arte». La mostra al British Museum riunisce 110 opere, tra cui una bella stampa di «La grande onda» (1831), acquistata dal museo nel 2008 per 130mila sterline. Per ragioni di conservazione, metà delle opere saranno esposte solo per cinque settimane, in modo da poterne sostituire 50 durante la mostra, che chiuderà dal 3 al 6 luglio proprio per consentire la sostituzione.


Un terzo degli esemplari in mostra proviene dalla collezione del museo, mentre il rimanente è in prestito da Giappone, Europa e Stati Uniti. La mostra è il frutto di un progetto di ricerca sullo stile degli ultimi anni di Hokusai organizzato con Angus Lockyer della University of London’s School of Oriental and African Studies.


Dal 6 ottobre al 19 novembre la mostra si trasferirà nel Museo d’Arte Abeno Harukas di Osaka in Giappone.

Martin Bailey, 20 maggio 2017 | © Riproduzione riservata

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