Lo sguardo freudiano di Paul Kooiker

L’ex docente universitario è diventato famoso per le sue produzioni surreali in studio, imponendosi negli ultimi cinque anni nel mondo della moda internazionale

«Senza titolo» (2020), di Paul Kooiker (particolare). © Paul Kooiker
Francesca Petretto |  | Amsterdam

Gioca in casa, Paul Kooiker (Rotterdam, 1964), uno dei fotografi contemporanei più apprezzati sulla scena internazionale: Foam ospita fino al 12 febbraio la personale «Paul Kooiker: FASHION». Con le sue più recenti immagini scattate da un iPhone (un riferimento al nostro mondo di ossessivi fotografi dilettanti da smartphone), l’ex docente universitario è diventato famoso per le sue produzioni surreali in studio, imponendosi negli ultimi cinque anni nel mondo della moda tout court, pubblicando ampi servizi fotografici su riviste come «Vogue Italia», «Dazed & Confused» e «AnOther».

Questa mostra riunisce un gran numero di suoi scatti effettuati per il mondo della moda internazionale, che Kooiker ogni volta cattura divertendosi a stravolgerlo, cristallizzandolo in una dimensione atemporale: un nonsense. Nei suoi reportage Kooiker si libera con scioltezza dai paradigmi dominanti di bellezza, creandone di nuovi, dall’ispirazione quasi freudiana per il modo con cui gioca con i nostri desideri oscuri, i feticismi e i sogni repressi.

La sua fotografia trascende i classici ruoli di genere: le sue modelle adottano pose insolite, i loro volti sono spesso lasciati fuori dall’inquadratura, la loro identità viene oscurata, i corpi esagerati e portati fino all’estremo, utilizzando estensioni corporee artificiali nonché luci, ombre drammatiche e frammentazioni che creano un linguaggio visivo talvolta ripugnante, idiosincratico, che con il suo sottofondo surreale ricorda spesso alcune icone della storia della fotografia e dell’arte.

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