Letizia Battaglia ha fatto la sua scelta

Alla Casa dei Tre Oci 200 immagini della fotografa palermitana, tra le quali molte inedite

«Pasolini al Circolo Turati», 1972, di Letizia Battaglia. © Letizia Battaglia
Chiara Coronelli |  | Livorno

A chi continua a chiamarla fotografa della mafia, Letizia Battaglia ricorda di avere nel suo archivio «moltissime foto della società palermitana, dei poveri, dei poveracci e pure dei ricchi, anche se non mi piaceva fotografarli». Per quanto la sua attenzione vada alla Sicilia martoriata da «Cosa nostra» tra gli anni Settanta e i Novanta, la sua è un’indagine sociale che abbraccia ogni aspetto della realtà.

Ogni inquadratura si trasforma in una domanda a bruciapelo, sia che documenti un assassinio, sia che cerchi il futuro negli occhi di una bambina o la forza tragica nel volto di una vedova di mafia. I temi della sua fotografia si ritrovano tutti in due mostre. La prima, promossa dalla Fondazione Carlo Laviosa, si è tenuta fino al 15 marzo ai Granai di Villa Mimbelli a Livorno (a cura di Serafino Fasulo, catalogo con testi di AA.VV.); la seconda è invece allestita alla Casa dei Tre Oci, a cura di
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