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Giovanni Pellinghelli del Monticello
Leggi i suoi articoliAperto nel 2004 per la conservazione dei reperti del sito etrusco del santuario di Ortaglia, risalente al IV secolo a.C. (forse dedicato a una divinità femminile, dati i molti oggetti votivi muliebri fra cui spicca una kylix, coppa attica a figure rosse, attribuibile al pittore greco Makron, attivo ad Atene nel 490-480 a.C.) e dal 2007 sito nella sede ricavata da un’antica rete di cunicoli con tombe ipogee, il Museo Archeologico di Peccioli (facente capo alla Fondazione Peccioli per l’Arte) propone nell’ambito del 2015 Anno dell’Archeologia in Toscana, l’allestimento della tomba etrusca di Legoli (scavo del 1930) e del suo completo corredo funerario, arricchito da altri reperti come un grande bacino per le abluzioni (loutérion), un vaso cilindrico (kèrnos) con quattro coppette per le offerte votive alla divinità e altri oggetti inerenti a culti notturni e legati a una divinità simile alla greca Demetra. I reperti conservati nel Museo, rivenuti nell’area a nord di Volterra, permettono di fare luce sulla storia degli Etruschi di Volterra nell’età tardoarcaica (IV secolo a.C.), finora assai oscura.
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