Le tarsie di Nativi come note su un pentagramma

A Pistoia Palazzo Fabroni, Museo del Novecento e del Contemporaneo dedica una mostra al maestro dell'astrattismo italiano

«Paese dell’anima n. 3» (1975) di Gualtiero Nativi
Laura Lombardi |  | Pistoia

Dal 18 dicembre al 5 giugno Palazzo Fabroni, Museo del Novecento e del Contemporaneo dedica una mostra a Gualtiero Nativi (Pistoia, 1921-Greve in Chianti, 1999), maestro dell’Astrattismo italiano, a cura di Giovanna Uzzani. «#NATIVI100», nella ricorrenza del centenario, sviluppa un percorso cronologico dagli anni Quaranta agli anni Novanta, con uno sguardo rivolto anche alla scultura, evidenziando grazie alla collaborazione con la Fondazione Giovanni Michelucci di Fiesole il rapporto con l’architetto pistoiese.

Con le installazioni di «Tempo Reale» si approfondisce inoltre l’interesse dell’artista per l’indagine sonora con musiche di Vittorio Gelmetti composte nel 1960. Uno dei fulcri della mostra è l’inedito fregio in pittura di smalti su metallo, realizzato fra il 1957 e il 1958 per il bancone del bar del Centro Tecnico Federale Figc (Federazione Italiana Giuoco Calcio) di Coverciano, decorazione pittorica astratta dipinta a smalti su metallo; «smagliante come una robbiana del Rinascimento», nota la curatrice, si distende «nella purezza delle alternate tarsie bianche, azzurre e nere [..] come un pentagramma in una sintassi compatta e costruttiva, composta per ritmi sincopati».

La mostra permette inoltre di conoscere il cospicuo nucleo di opere donato da Nativi a Pistoia nel 1982, sette delle quali figurano nella sala dedicata all’artista al primo piano del museo e altre allestite a rotazione fino a giugno. #NATIVI100 è promossa e realizzata dal Comune di Pistoia/Musei Civici e, oltre alle collaborazioni già citate, vi sono l’associazione Eletto Arte e l’Archivio Nativi.

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