Le storie collaterali di Alessandro Pessoli

A Bologna la sua ricerca recente a Palazzo Vizzani

«The border», 2021, di Alessandro Pessoli. Cortesia di Greengrassi, Londra, e ZERO..., Milano
Valeria Tassinari |  | Bologna

«City of God», la personale che Alessandro Pessoli ambienta dal 7 maggio al 10 luglio a Palazzo Vizzani, a cura di Fulvio Chimento, è una rappresentazione della sua ricerca recente tra pittura, scultura, disegno e installazione, ma è anche la riproposizione di una scultura realizzata qualche anno fa, per rendere omaggio all’omonimo film di Fernando Meirelles, una storia vera in cui il destino degli uomini si gioca nell’accettazione delle contraddizioni dell’esistenza.

L’artista, che ora vive a Los Angeles, è rimasto legato a Bologna, dove ha studiato all’Accademia di Belle Arti e ha esordito, prima di affermarsi sulla scena internazionale. La presentazione del suo lavoro in uno spazio espositivo nel centro stoico rientra nelle iniziative per Art City della giovane associazione culturale Alchemilla.

Qui il mondo onirico, surreale e tragico, ironico e grottescamente critico di Pessoli trova particolare risonanza. Personaggi irregolari, colori intensi, figure dai corpi sgraziati, dai destini improbabili e dai lineamenti elusivi, popolano un mondo di storie collaterali, dove persino le evocazioni cristologiche entrano in scena senza prendersi troppo sul serio, grazie al furore citazionista, un po’ sofferente e un po’ naïf, di un magma vitale impastato di racconti.

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