Le scene di vita parigina di una macchina per dipingere

Alla National Gallery si è inaugurata una mostra su Louis-Léopold Boilly

«Il topolino morto» (1780-1800 ca), di Louis-Léopold Boilly (particolare)
Donald Lee |  | Londra

Louis-Léopold Boilly e la sua opera sono pressoché sconosciuti nel Regno Unito. Ora però, proprio come il proverbiale bus londinese che non arriva mai e poi ne arrivano tanti tutti insieme, la capitale ospita ben due monografiche sul prolifico artista francese.

La Wallace Collection fino al 29 maggio gli dedica un focus, mentre alla National Gallery ieri si è inaugurata «Boilly: Scene di vita parigina». La Wallace esporrà i suoi tre dipinti e la National Gallery ha circondato il suo unico Boilly con un’altra ventina di opere in prestito per la maggior parte da Ramsbury Manor nel Wiltshire.

Nato vicino a Lille nel 1761, Boilly lavorò per un periodo come ritrattista a Douai prima di trasferirsi a Parigi nel 1785, dove rimase per il resto della sua vita. Boilly era una vera macchina per dipingere, stampare e disegnare. Nel corso della sua carriera produsse più di 2.500 opere, tra cui 1.050 dipinti,
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