«La stanza rossa» (1911) di Henri Matisse © 2022 Succession H. Matisse / Artists Rights Society (ARS)

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«La stanza rossa» (1911) di Henri Matisse © 2022 Succession H. Matisse / Artists Rights Society (ARS)

Le opere nella stanza rossa

Uno dei dipinti più rappresentativi di Matisse al centro di una mostra al MoMA che raggruppa per la prima volta tutti i lavori rappresentati nel quadro

Non a caso «Armonia in rosso» (o «La stanza rossa») è considerata una delle opere che segnano l’origine dell’arte moderna. Completata nel 1911 da Henri Matisse, distrugge le regole della prospettiva tradizionale classica e rinascimentale, così come ogni traccia di verosimile resa dei colori e delle forme. Ogni superficie è rossa, perché rosso è il colore che Matisse predilige ed è quello che meglio d’ogni altro riflette il suo stato d’animo rispetto al suo lavoro, alla sua idea dell’arte, a quello spazio dove ogni sua opera viene creata.

Allo stesso tempo, in questa rappresentazione del suo studio a Issy-Les-Moulineaux, alle porte di Parigi, il pittore inserisce le riproduzioni, rese perfettamente, di opere rappresentative di momenti particolarmente significativi della sua produzione artistica. Sono di piccole proporzioni ma si riconoscono tutte, compresa «Le Luxe II» (1907-08) e «Grand Nu à la Colle» che venne distrutto diversi anni fa.

Ogni oggetto, dal tavolo, ai quadri, all’orologio a pendolo di suo nonno, alla scatola delle matite colorate fluttua in questo spazio rosso vivo e si distingue soltanto per una leggerissima linea bianca che ne disegna i contorni. Ora per la prima volta, questo capolavoro è al centro della mostra che il MoMA allestisce dall’1 maggio al 10 settembre e che comprende tutte le opere rappresentate nel quadro, in questa occasione raggruppate ed esposte assieme per la prima volta da quando oltre un secolo fa lasciarono lo studio di Matisse.

Presenta inoltre una cospicua quantità di materiale d’archivio mai esposto prima, oltre a disegni, schizzi e fotografie. Tra le opere presenti in mostra, le sei tele sopravvissute alla storia di questo secolo, tra cui «Giovane marinaio II» (1906) e «Corsica: Il vecchio mulino» e le quattro sculture. Organizzata da Ann Temkin e Dorthe Aagesen, dopo il MoMA, la mostra sarà presentata al SMK di Copenhagen dal 13 ottobre al 26 febbraio 2023.

«La stanza rossa» fu dipinta, assieme ad altre opere appartenenti ad un’unica serie, su richiesta di Sergei Schukin, geniale e appassionato collezionista, pioniere tra i sostenitori dell’arte delle Avanguardie all’inizio del secolo e primo fedelissimo e coraggioso mecenate di Matisse. Schukin aveva appena acquistato l’opera gemella «La stanza rosa» ma, appena vista «La stanza rossa» completata, si rifiutò di comprarla. Perfino per l’uomo che allora possedeva una delle collezioni più ampie al mondo d’opere di Picasso, «La stanza rossa» era un po’ troppo. Anche se, ciononostante, avrebbe poi fatto la storia.

«La stanza rossa» (1911) di Henri Matisse © 2022 Succession H. Matisse / Artists Rights Society (ARS)

Viviana Bucarelli, 30 aprile 2022 | © Riproduzione riservata

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Le opere nella stanza rossa | Viviana Bucarelli

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