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Le nuvole nere in arrivo sul mercato tedesco

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Catherine Hickley

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Alcuni mercanti d’arte tedeschi si stanno chiedendo se il mercato dell’arte locale offra ancora loro un futuro, per l’arrivo di una nuova legge sulla protezione dei beni culturali che si aggiunge ad altri ostacoli, tra cui l’aumento dell’Iva e dei contributi sociali per gli artisti e i rischi economici globali.

La Kulturgutschutzgesetz (Legge sulla protezione dei beni culturali) ha iniziato il suo iter alla Camera bassa del Parlamento lo scorso febbraio e dovrebbe essere definitivamente approvata in tempi abbastanza rapidi.

Il suo principale obiettivo è arrestare il commercio clandestino di antichità rubate e impedire l’esportazione di opere ritenute significative per il patrimonio culturale nazionale.

I dipinti di valore superiore ai 300mila euro, o che abbiano più di 70 anni, necessiteranno in futuro di una licenza di esportazione nei Paesi dell’Unione Europea; se sono considerati degne di appartenere al patrimonio culturale nazionale non potranno essere esportati.

È decisamente poco chiaro quali criteri saranno applicati per determinare se un’opera d’arte sia di rilevanza nazionale. I mercanti dichiarano già di perdere potenziali clienti prima che la legge sia entrata in vigore.

Il mercante berlinese Michael Haas, specializzato in arte del XX secolo e del dopoguerra, comprese opere di Georg Baselitz, Marc Chagall e Otto Dix, dice di aver perso due vendite a causa della futura legge. I clienti potenziali temono che i loro acquisti saranno soggetti a restrizioni nell’export, che ne limiteranno il mercato alla sola Germania se in seguito volessero rivenderli, dice Haas. «Al momento i grandi collezionisti stanno facendo un passo indietro in massa, aggiunge. Nessuno terrà più i suoi quadri in Germania. Li stanno portando via».

La quota tedesca nel mercato globale dell’arte si è mantenuta nel 2015 a un modesto 2%, secondo i dati contenuti nella relazione annuale della Tefaf pubblicati in marzo. Eppure, in altri settori, la Germania rimane tra le economie di maggior successo al mondo: la sua quota complessiva di export è superiore al 7%, per esempio.

«Non è che i tedeschi siano meno reattivi nel settore artistico rispetto ad altri settori, dice Markus Eisenbeis, direttore generale della casa d’aste di Colonia Van Ham. Tutto dipende dalle condizioni e dai limiti legslativi».

Eisenbeis dice che alcuni dei suoi clienti hanno già trasferito in via cautelativa le loro opere d’arte in strutture logistiche di Londra. «Non sarò più in grado di vendere all’asta questi quadri costosi perché si trovano a Londra ed è probabile che ci resteranno», dice. La nuova legge imporrà anche la conservazione di documentazione scritta per 30 anni, cosa che secondo Eisenbeis rappresenta una complicazione per molti piccoli mercanti.

Oltre alle incertezze per la legge sulla protezione dei beni culturali i mercanti hanno dovuto subire l’aumento dell’Iva al 19% dal precedente 7%, introdotto nel 2012 per uniformarsi alle normative europee. I 16 Länder tedeschi non hanno finora adottato misure economiche concepite per compensare i mercanti del danno subito, riferiscono gli interessati.

Tutto questo, unitamente ai contributi sociali che i mercanti sono tenuti a pagare sulle opere di artisti viventi, sta riducendo i margini e creando uno sbilanciamento del mercato. «Un mercante svizzero può offrire lo stesso quadro a meno e con profitti superiori ai miei», dice Kristian Jarmuschek, un mercante berlinese.

«È una catastrofe, dice Haas del contesto attuale per i mercanti in Germania. Mia figlia vorrebbe riprendere l’attività, ma non mi sento di consigliarglielo. Non ha futuro».

In febbraio, la Kölnmesse, l’organizzazione che gestisce la più vecchia fiera d’arte al mondo (Art Cologne), ha avvertito che «le fiere d’arte tedesche potrebbero non essere più competitive a livello internazionale nel lungo termine» a causa della legge sulla protezione dei beni culturali.

Un settore del mercato dell’arte che potrebbe lasciare per sempre il Paese a causa della legge è quello delle antichità. La legge richiede una licenza di esportazione dal Paese d’origine per qualsiasi tesoro archeologico importato in Germania, o venduto sul mercato interno. Van Ham sta considerando di chiudere il suo dipartimento di arte asiatica, dice Eisenbeis.

Da Nagel Auktionen a Stoccarda, Michael Trautmann, un esperto in arte cinese, dice che l’asta estiva di arte asiatica è stata anticipata a maggio da giugno, prima che la legge entri in vigore. «La Cina non rilascia licenze di esportazione, dice. È tutto così assurdo. Non sappiamo cosa succederà ma dobbiamo prepararci».

Catherine Hickley, 08 giugno 2016 | © Riproduzione riservata

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