Simon Fujiwara, «Who the Baer», 2020. Cortesia dell’artista; Dvir Gallery, Tel Aviv/Bruxelles; GióMARCONI, Milano; Taro Nasu, Tokyo; Esther Schipper, Berlino. Foto © Jörg von Bruchhausen

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Simon Fujiwara, «Who the Baer», 2020. Cortesia dell’artista; Dvir Gallery, Tel Aviv/Bruxelles; GióMARCONI, Milano; Taro Nasu, Tokyo; Esther Schipper, Berlino. Foto © Jörg von Bruchhausen

Le mille vite di un orso

Il progetto di Simon Fujiwara da Fondazione Prada

Dopo aver lanciato, nello scorso ottobre, il progetto biennale multidisciplinare «Human Brains» dedicato alle neuroscienze, Fondazione Prada torna anche in Italia alle mostre (mai interrotte, invece, a Shanghai dove in Prada Rong Zhai, presenta, dall’11 marzo al 23 maggio, «China Cabinet» di Theaster Gates). Dal 2 marzo al 27 settembre, al piano terra del Podium, a Milano, si tiene «Who the Bær» di Simon Fujiwara, una mostra ordinata come un unico progetto site specific.

Protagonista è un orsetto non identificato: di lui non si conoscono né il nome, né la personalità, né il sesso (come di tutti i pupazzi, del resto), anche perché la sua immagine prende forma nel corso del racconto, partendo da un segno grafico elementare e sviluppandosi fino a diventare un personaggio da cartone animato, pronto ad affrontare le vicende, belle o brutte, reali o surreali, della vita. Disegni, collage, sculture  (2020) e animazioni raccontano, in una sorta di «romanzo di formazione», la sua ricerca del sé in un mondo fantastico, in cui Who può diventare chiunque o qualunque cosa desideri.

Si muove infatti in un universo online, virtuale, ricco di possibilità, in bilico tra invenzione e ricerca dell’autenticità: il filo conduttore di tanta parte della ricerca dell’artista anglo-giapponese (nato a Londra nel 1982, poi cittadino del mondo, ora basato a Berlino), che nel suo lavoro esplora la nostra cultura per smontarne giudizi e pregiudizi. In mostra la sua vicenda si svolge in un grande labirinto, realizzato in cartone e materiali riciclabili, i cui contorni disegnano la sagoma di un orsetto.

A commento, un Quaderno di Fondazione Prada in forma di libro di fiabe, con una conversazione con l’artista (Instagram).

Simon Fujiwara, «Who the Baer», 2020. Cortesia dell’artista; Dvir Gallery, Tel Aviv/Bruxelles; GióMARCONI, Milano; Taro Nasu, Tokyo; Esther Schipper, Berlino. Foto © Jörg von Bruchhausen

Ada Masoero, 01 febbraio 2021 | © Riproduzione riservata

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