Image
Image

Le mani sul Santo Sepolcro. Di notte

Un restauro epocale. Dopo 200 anni e infiniti veti incrociati delle comunità cristiane che condividono il Santo Sepolcro (greco-ortodossi, cattolici latini e apostolici armeni), nove esperti dell’Università di Atene hanno iniziato i lavori per salvare la Basilica dal collasso.

Il team, guidato da Antonia Moropoulou, è lo stesso che ha restaurato l’Acropoli di Atene e molte chiese bizantine. I lavori dureranno un anno e verranno eseguiti di notte per evitare la chiusura quotidiana a pellegrini e visitatori. Il costo è di 3,3 milioni di dollari. La decisione di dare il via ai lavori è giunta dopo che il Ministero israeliano per i Monumenti storici ha deciso di chiudere il Santo Sepolcro a causa del rischio crollo. In un primo tempo la somma necessaria al restauro era stata divisa tra le comunità cristiane che dal 1852 gestiscono il luogo sacro fra aspre polemiche, accuse e non rari scontri fisici: fu violento e si concluse con due arresti quello del 2008 quando per fermare l’ennesima rissa davanti ai visitatori dovette intervenire la polizia. Poi la sorpresa: pagherà l’intera somma il re di Giordania Abdallah II, monarca del regno hashemita dal 1999. Lo ha annunciato il sovrano con una lettera al patriarca greco ortodosso di Gerusalemme Teofilo III.

Il re, di religione islamica sunnita, è il garante dei luoghi santi cristiani e musulmani di Gerusalemme secondo gli accordi sanciti dalla pace con Israele degli anni Novanta (fino alla Guerra dei sei giorni del 1967, il Santo Sepolcro era sotto la sovranità giordana). La basilica, eretta da Costantino nel 335 d.C. e ricostruita dai crociati nel XII secolo, fu ulteriormente rinnovata dai francescani nel 1555. La rotonda, sormontata da una cupola, e l’edicola che segnano il luogo del sepolcro di Cristo vennero distrutte da un incendio nel 1808 (si salvarono unicamente le decorazioni della tomba) e ricostruite nel 1810 in stile barocco ottomano dall’architetto Komminos di Mitilene.

I primi interventi di restauro riguarderanno proprio l’edicola che dal 1947 è ingabbiata da barcollanti impalcature «provvisorie» in ferro allestite dalle autorità britanniche a causa del «costante cedimento della struttura fin dal terremoto del 1927». Tutto il luogo sacro è in forte degrado per l’umidità e i funghi che sgretolano marmi, reliquie e tessuti, condizioni aggravate dai fumi di milioni di lumi e candele che hanno deformato malte, cemento e legni del santuario visitato ogni anno da milioni di pellegrini. 

Tina Lepri, 05 agosto 2016 | © Riproduzione riservata

Articoli precedenti

La giornalista Tina Lepri dà i voti ai musei italiani. Dieci le materie: Sede | Accesso | Sistemi informatici | Visibilità | Illuminazione | Custodi e Sicurezza | Toilette | Bookshop | Ascensore | Caffetteria

La giornalista Tina Lepri dà i voti ai musei italiani. Dieci le materie: Sede | Accesso | Sistemi informatici | Visibilità | Illuminazione | Custodi e Sicurezza | Toilette | Bookshop | Ascensore | Caffetteria

È grazie all’archeologo che le incisioni rupestri della Valcamonica sono entrate a far parte del Patrimonio dell’Unesco. Secondo lo studioso (93 anni a maggio) qui come in altre parti d’Europa vi è la testimonianza di una grande religione universale

Archeologia, ma anche arte contemporanea e mostre nel sito, parte del Museo Nazionale Romano, che da gennaio sarà oggetto di nuovi scavi e restauri

Le mani sul Santo Sepolcro. Di notte | Tina Lepri

Le mani sul Santo Sepolcro. Di notte | Tina Lepri