Le impressioni di un moderno

A Martigny 90 opere del periodo impressionista di Gustave Caillebotte

Gustave Caillebotte, «Autoritratto al cavalletto», 1879 © Galerie Brame et Lorenceau
Luana De Micco |  | Martigny

Dopo essere stata rinviata di un anno, è ora aperta fino al 21 novembre alla Fondation Pierre Gianadda la mostra «Gustave Caillebotte, impressionista e moderno».

La retrospettiva riunisce 90 opere del periodo 1870-94, gli anni in cui, dopo la guerra franco-prussiana e la sconfitta di Sedan, Caillebotte (1848-94), che aveva appreso i rudimenti della pittura e del disegno a lezione da Léon Bonnat ed era amico di De Nittis e Degas, aderì all’Impressionismo.

Nel 1874 partecipò alla prima mostra del movimento, ospitata nell’atelier di Nadar; lo stesso anno, appena venticinquenne, ricevette una cospicua eredità paterna che gli permise di sostenere i compagni di pennello, da Monet a Renoir, collezionare le loro opere (che lasciò al Louvre) e finanziarne le mostre.

Alla seconda mostra, del 1876, presentò il celebre «I piallatori di parquet», prestato a titolo eccezionale dal d’Orsay di Parigi. Il museo parigino ha accettato di separarsi anche delle tre tele di recente ricevute in donazione, i due ritratti di Jean Daurelle (1887) e «Albero in fiore» (1882), esposti per la prima volta fuori Francia.

Dal Musée du Petit Palais di Ginevra arriva invece «Il ponte dell’Europa» (1876), accompagnato da studi preliminari e dalle analisi della Columbia University. Sono esposte anche vedute della Parigi haussmaniana e di Montmartre, scene di intimità («Lezione di piano» dal Marmottan-Monet), ritratti di amici e l’«Autoritratto con cavalletto» del 1879.

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