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La Via della Seta passa per il Quirinale

La nuova «Via della Seta» promossa dalla Cina non riguarda solo Paesi e regioni a prevalenza musulmana (cfr. numero scorso p. 13) ma ha invaso anche i saloni della Galleria di Alessandro VII al Quirinale, con una preziosa scelta di opere «Dall’antica alla nuova Via della Seta», a cura di Louis Godart, David Gosset e Maurizio Scarpari (fino al 26 febbraio).

La storia dei rapporti commerciali e culturali tra Oriente e Occidente parte dal V millennio a.C., quando a viaggiare erano soprattutto lo stagno e beni di lusso come lapislazzuli e giada. La seta arriva solo molto più tardi e approda nell’antica Roma diventando subito un bene richiestissimo, mentre la denominazione di Via della Seta è del 1877, fortunata invenzione del geografo tedesco Ferdinand von Richthofen. Si parte subito con i capolavori, una Testa femminile in scisto verde di arte del Gandhara e un rilievo funerario di Palmira, mitica città di scambi lungo la Via della Seta, entrambe dal Museo d’Arte Orientale di Roma, una tavoletta cuneiforme del  VI secolo a.C. dal Louvre che tratta di questi commerci, figure in terracotta dipinta e invetriata di dinastia Tang (618-907 d.C.) provenienti soprattutto da Torino, compreso un gruppo di sei suonatori a cavallo e un misterioso «Straniero dal volto velato», ma anche dal Musée Guimet di Parigi  e dal British Museum di Londra.

Seguono rarissimi codici cartografici, pergamene, incunaboli, con molti prestiti dalla Biblioteca Marciana di Venezia, tra cui il testamento e la prima edizione italiana de Il Milione di Marco Polo (1496). Di fronte, esempi di sete e tessuti colorati trecenteschi prestati dal Museo del Bargello di Firenze e da Lione, affiancati da un affresco del I secolo da Stabia del Man di Napoli con un «Concerto di donne», quelle stesse travolte dall’entusiasmo per le sete arrivate dall’Oriente a Roma. In mostra per la prima volta i parati liturgici del papa domenicano Benedetto XI (1240-1304) dalla basilica di San Domenico a Perugia, tra i più rari e preziosi panni tartarici conservati in Europa, appena restaurati. Poi una scelta di arte del Gandhara, ceramiche di varie epoche e fatture. 80 capolavori in tutto, affiancati da una ventina di opere moderne cinesi, non all’altezza, per usare un eufemismo.

Federico Castelli Gattinara, 13 gennaio 2017 | © Riproduzione riservata

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La Via della Seta passa per il Quirinale | Federico Castelli Gattinara

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