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Peggy e David Rockefeller nel 1973. Courtesy of the Rockefeller Archive Centre

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Peggy e David Rockefeller nel 1973. Courtesy of the Rockefeller Archive Centre

La vendita del secolo vale oltre 1 miliardo

L'asta della collezione di Peggy e David Rockefeller supera le previsioni di inizio anno. I «clienti orca» saranno presenti di persona

Vittorio Bertello

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New York. Sono sette le tornate d’asta previste per quella che gli addetti ai lavori considerano la «vendita del secolo», la dispersione della collezione di Peggy e David Rockefeller, comprendente circa 1.600 oggetti, nella sede di Christie’s a Manhattan (che si trova, ironia della sorte, al Rockefeller Center).

Si inizia l’8 maggio con un’asta serale di arte del XIX e XX secolo. Si prosegue il 9 con gli arredi, le ceramiche e gli oggetti d’arte inglesi ed europei e con un appuntamento serale con l’arte delle Americhe (del Nord e del Sud). Il 10 è la volta di una sessione di «Fine art» (arte dell’Ottocento e moderna europea e nordamericana), una seconda sessione di arredi e oggetti d’arte e una terza di arti extraeuropee e di oggetti della tradizione americana. In aggiunta a questa serie di vendite, dall’1 all’11 maggio si tiene una online sale di lotti del segmento medio (nei primi giorni di offerte, si è già assistito a delle lievitazioni del prezzo; le trattative termineranno comunque l’11 maggio).

Tra i 44 lotti della prima vendita compaiono le vere «perle» della collezione. Si va dal Picasso del periodo rosa «Fillette à la corbeille fleurie», olio su tela di 154,8x66,1 cm dipinto nel 1905, che Peggy e David Rockefeller acquistarono da Gertrude Stein e che Ernest Hemingway descrisse nel romanzo Festa mobile, pubblicato postumo (stima circa 70 milioni di dollari; ma si pensa possa superare i 100) all’olio su tela di Henri Matisse «Odalisque couchée aux magnolias», 60,5x81,1 cm, che il pittore francese dipinse a Nizza nel 1923 (stima intorno ai 50 milioni), a due opere di Claude Monet, con la stessa stima (circa 35 milioni di dollari): «Extérieur de la gare Sain-Lazare, effet de soleil», dipinta a Parigi nel 1877, e «Nymphéas en fleur», un olio su tela del 1914-17 ca, firmato sul verso.

Di Georges Seurat il catalogo presenta «La rade de Grandcamp», del 1885, olio su tela stimato intorno ai 30 milioni di dollari (il record attuale dell’artista spetta a «Paysage, l’Ile de la Grande Jatte», battuta da Sotheby’s nel 1999 a 35,2 milioni di dollari nella storica asta della collezione di John Hay Whitney e di sua moglie). Parte da circa 7 milioni di dollari «La vague», un olio su tela di Paul Gauguin realizzato dal maestro in Bretagna tra l’agosto e l’ottobre del 1888, mentre un olio su tela del 1862 di Eugène Delacroix, «Tigre jouant avec une tortue», ha una valutazione tra 7 e 10 milioni di dollari. In catalogo ci sono anche una scena veneziana di Camille Corot, «Veduta dalla Riva degli Schiavoni» (8-12 milioni) e una «Natura morta» del 1940 di Giorgio Morandi, un olio su tela su masonite, uno dei due lavori ovali che si conoscano del maestro di Grizzana (stime 2-3 milioni).

Nella prima sessione di arti decorative compare il servizio in porcellana da dessert (parziale) «Marly-Rouge», comprendente 22 pezzi, realizzati dalla manifattura di Sèvres tra il 1807 e il 1809 (stime tra 150 e 250mila dollari), una serie di 10 sedie da pranzo Giorgio III in mogano (le «Rockefeller dining chairs»), fabbricate intorno al 1760 (50-100mila dollari) e un servizio da pranzo cosiddetto «foglia di tabacco» in porcellana cinese da esportazione del periodo Qianlong, realizzato intorno al 1775 e comprendente 144 pezzi (quotazione: 200-300mila dollari).
Il catalogo dedicato all’«Arte delle Americhe» comprende, tra l’altro, «Untitled XIX», opera del 1982 di Willem de Kooning (6-8 milioni di dollari), «The rivals», opera dipinta da Diego Rivera del 1931 e acquistata dai coniugi Rockefeller presso l’artista in quello stesso anno (5-7 milioni) e «Cape Ann Granite», olio su tela del 1928 di Edward Hopper (6-8 milioni).

Infine, nella più «eclettica» delle sessioni, quella di arti extraeuropee e di oggetti della tradizione americana (la prima frutto dei molteplici viaggi che i coniugi Rockefeller fecero), compaiono le tipologie più disparate, da un’anfora attica a figure nere del 530-520 a.C. (a 100-150mila dollari) a una figura femminile della cultura Mossi del Burkina Faso, databile tra XIX e XX secolo (a 15-25mila dollari) a una figura cinese in bronzo di Amitayus del periodo Kangxi (1662-1722), stime tra 400 e 600mila dollari, a un incensiere ayyubide della Siria in ottone, con inserti in argento, databile alla seconda metà del XIII secolo, valutato tra 150 e 200mila euro.

Rebecca Wei, presidente di Christie’s Asia, ha dichiarato a Katya Kazakina di bloomberg.com che una quindicina dei ricchissimi cinesi che hanno effettuato gli acquisti più eclatanti nel mercato dell’arte degli ultimi anni, i cosiddetti «clienti orca», e che sono attratti dalle blue chips dei cataloghi (Picasso, Matisse, Monet ecc.) saranno presenti di persona all’«evento Rockefeller», affascinati dal nome della famiglia e avidi di conoscere ogni dettaglio del loro modo di vivere.
All’inizio di quest’anno, quando la vendita è stata annunciata, la stima totale dell'elefantiaca asta Rockefeller era di oltre 500 milioni di dollari, ma la maggior parte degli osservatori ritiene che l’incasso totale possa facilmente superare il miliardo. L’intero ammontare sarà devoluto in beneficenza.

Peggy e David Rockefeller nel 1973. Courtesy of the Rockefeller Archive Centre

Vittorio Bertello, 07 maggio 2018 | © Riproduzione riservata

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