La «Solitudine» di Lia

Dal 1971 conduce una ricerca asciutta e analitica muovendosi tra Minimal Art, Arte Concettuale e Arte Povera

Olga Scotto di Vettimo |  | Napoli

Lia Rumma ha aperto la prima galleria a Napoli nel 1971 con una personale di  Joseph Kosuth seguita da una mostre su Minimal Art, Arte Concettuale, Land Art e Arte Povera. Nel 1999 ha raddoppiato con una sede milanese.

Lo spazio napoletano continua ad avere una centralità affettiva nella sua attività. Quali sono le differenze con la sede milanese?
Intanto devo dire che Milano e Napoli sono due città molto diverse, ma entrambe importanti e complementari. Lo stesso vale per i due spazi espositivi, due luoghi opposti ma ognuno dotato di una propria identità molto forte. Da un lato la sede storica, che si trova all’interno di un palazzo nel cuore di Napoli e nel quale sono racchiusi tanti ricordi, dall’altro l’edificio realizzato ex novo per la sede milanese, un white cube di grandi dimensioni nel centro della città. Le mostre che presento a Napoli sono dunque di dimensioni più contenute ma pensate
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