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La rivoluzione fatta di luce

Mariella Rossi

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Divisionismo e Futurismo al Mart

La nascita della pittura moderna in Italia è il tema del percorso cronologico attraverso il quale si articola la mostra «I pittori della luce. Dal Divisionismo al Futurismo», al Mart fino al 9 ottobre. Realizzate principalmente negli anni a cavallo tra Otto e Novecento, le opere esposte sono di artisti quali Giovanni Segantini, Giuseppe Pellizza da Volpedo, Angelo Morbelli ed Emilio Longoni, pittori che aprirono la strada all’affermarsi delle avanguardie del primo Novecento con cui termina l’esposizione.

La nascita ufficiale del Divisionismo risale al 1891, anno in cui il gruppo di pittori divisionisti partecipò alla Triennale di Brera a Milano, centro pulsante di una rivoluzione visiva che caricava di contenuto la tecnica francese del pointillisme. Oltre a essere utilizzata come materiale pittorico, la luce fu per gli artisti italiani il simbolo del cambiamento. L’Italia era unita da appena trent’anni, la società e la politica non erano più le stesse e gli artisti guardavano a tematiche sociali come la disparità. Individuate le prerogative della sensibilità italiana, il percorso prosegue illustrando come simili tecniche e contenuti costituirono le basi per la nascita del Futurismo. A documentarlo sono opere di Filippo Tommaso Marinetti, Umberto Boccioni, Giacomo Balla, Carlo Carrà, Luigi Russolo e Gino Severini. In tutto sono esposti ottanta lavori, selezionati dai curatori Beatrice Avanzi, Daniela Ferrari e Fernando Mazzocca. Il museo contribuisce così a ricostruire gli sviluppi dell’arte moderna evidenziando il ruolo del nostro Paese e la sua identità nel panorama europeo.

La mostra è stata realizzata in collaborazione con la Fundación Mapfre di Madrid, dov’è stata esposta da febbraio a giugno. È questo uno dei progetti con cui il direttore Gianfranco Maraniello prosegue le relazioni internazionali e diffonde e valorizza le collezioni del Mart mettendole in dialogo con importanti prestiti pubblici e privati provenienti da istituzioni quali il Centre Pompidou di Parigi.

Nel museo si può ammirare inoltre il nuovo allestimento della Collezione permanente, ordinata da Maraniello secondo un percorso cronologico di carattere storico-artistico con affondi tematici. Al visitatore sono offerte chiavi di lettura per cogliere la continuità tra le varie tendenze dell’arte susseguitesi nel XX e XXI secolo, attraverso chiare ed esaustive indicazioni testuali a parete. La collezione occupa due delle quattro gallerie del museo con un allestimento che predilige l’apertura e la continuità degli spazi, in coerenza con il progetto architettonico di Mario Botta. Gli artisti esposti vanno da Fortunato Depero a Grazia Toderi passando da Carlo Carrà, Massimo Campigli, Filippo de Pisis, Mario Sironi e Fausto Melotti (per il moderno), Mario Merz, Giovanni Anselmo e Michelangelo Pistoletto (per il contemporaneo italiano), Sterling Ruby, Thomas Houseago, Wayde Guyton e Neil Beloufa (per le più recenti sperimentazioni internazionali).

Mariella Rossi, 04 luglio 2016 | © Riproduzione riservata

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