L’August Macke Haus Museum è un’istituzione relativamente giovane: fondato nel 1991 per volere della famiglia del pittore August Macke, uno dei nomi più importanti del Cavaliere Azzurro, in quella che fu per qualche anno la sua dimora, ospita perlopiù mostre sull’Espressionismo tedesco e i suoi esponenti.
Fino al 29 maggio presenta la rassegna «Evarist Adam Weber: riscoperto tra Espressionismo e Nuova Oggettività, tra arte libera e arte applicata» interamente dedicata a un artista piuttosto noto ai tempi di Macke, suo coetaneo (ma più longevo) e compagno di studi all’Accademia di Düsseldorf, ma come molte e molti suoi colleghi contemporanei inspiegabilmente dimenticato, caduto in un oblio dal quale solo i ricercatori dell’August Macke Haus sono stati capaci di salvarlo.
Evarist Adam Weber (Aquisgrana, 1887) viaggiò a lungo in Europa, proprio come Macke, e fu uno dei pochi in grado di risvegliare il movimento espressionista dopo la fine della prima guerra mondiale. Mentre Macke moriva assai prematuramente nel 1914 proprio sul fronte di battaglia, Weber portava avanti la sua assai poliedrica attività artistica di pittore, incisore, illustratore e scultore, fino al 1968, anno della sua scomparsa, partecipando fra gli altri all’associazione di artisti Das Junge Rheinland (La giovane Renania) e alla Münchner Neue Secession.
Curata dall’esperta di Weber Ina Ewers-Schultz, la mostra è stata realizzata in collaborazione con l’Archivio Evarist Adam Weber che ha messo a disposizione circa 120 opere della sua collezione tra dipinti (nella foto, «Ritratto di Liane Hasenclever con sullo sfondo il Lago di Lugano», 1925), acquerelli, disegni, stampe e altri manufatti.
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