La polifonica sinfonia di Parreno

Federico Florian |  | Milano

In una recente intervista con Ben Eastham, Philippe Parreno (1964; nella foto) ha dichiarato: «Tempo fa avrei preferito essere definito uno scrittore o qualcosa di simile. Allora, associavo la figura dell’“artista” a un tipo vestito di nero, con i capelli lunghi, che faceva dipinti davvero brutti e sniffava colla. Mi piaceva l’idea della colla ma non quella dei capelli lunghi, dato che non me ne erano rimasti molti».

Se l’artista francese non si può definire scrittore in senso stretto (e sicuramente l’ironia della sua conversazione avrebbe reso esilaranti i suoi romanzi), lo si può tuttavia descrivere come un narratore in senso lato: un «romanziere» che, al posto delle parole, dispone le immagini una dopo l’altra, trasformando l’esperienza del visitatore in un percorso costruito lungo un filo narrativo palese e latente allo stesso tempo.

Un racconto, quello attivato nelle mostre di Parreno, che, come ha
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