Il trittico «Trismegisto» (1993) di Nino Longobardi

Image

Il trittico «Trismegisto» (1993) di Nino Longobardi

La pittura en Rose

Che cosa resta di colori e pennelli nell’epoca post-postmoderna

«La pittura dopo il Postmodernismo. Belgio-Usa-Italia», a cura di Barbara Rose, mostra che è in corso alla Reggia di Caserta fino al 16 giugno dopo essere stata a Bruxelles e a Malaga, si propone come espressione visiva di un’indagine teorica che la studiosa da tempo compie sul tema della pittura.

Sono allestite un centinaio di opere di artisti statunitensi (Walter Darby Bannard, Karen Gunderson, Martin Kline, Melissa Kretschmer, Lois Lane, Paul Manes, Ed Moses e Larry Poons), belgi (Mil Ceulemans, Joris Ghekiere, Marc Maet, Werner Mannaers, Xavier Noiret-Thomé, Bart Vandevijvere e Jan Vanriet) e italiani (Roberto Caracciolo, Arturo Casanova, Bruno Ceccobelli, Elvio Chiricozzi, Gianni Dessì, Nino Longobardi, Roberto Pietrosanti, Marco Tirelli e Rossella Vasta).

Come spiega la curatrice, «sono artisti che desiderano ripristinare i valori tattili della pittura, ridefinendo il disegno come parte integrante del processo pittorico, andando oltre il postmodernismo per recuperare la pienezza della pittura intesa quale arte principale; in tal modo recuperando l’espressione tattile della materia pittorica e la dimensione metaforica per adempiere a ciò che Henri Bergson definì come la sua funzione principale: essere “élan vital”, slancio vitale».

La pittura, nonostante i continui annunci della sua avvenuta o prossima morte, conserva una sua centralità nella ricerca artistica, sopravvivendo tanto al dissacrante Duchamp quanto all’ascetismo concettuale degli anni Sessanta e Settanta. Ma ancora: a partire dagli anni Ottanta si sviluppa in Europa un movimento critico che contribuisce a emancipare nuovamente la pittura rendendola libera di attraversare i movimenti e di operare citazioni.
Che cosa resta della pittura nell’epoca post-postmoderna è proprio quello che la mostra intende raccontare.

Il trittico «Trismegisto» (1993) di Nino Longobardi

Olga Scotto di Vettimo, 03 maggio 2018 | © Riproduzione riservata

Articoli precedenti

Il 29 febbraio si concludono le Celebrazioni vanvitelliane. Dal primo marzo circa 3mila metri quadrati, rifunzionalizzati, ospiteranno attività educative, una sala convegni, un nuovo bookshop e un’area per le mostre temporanee

A Caserta una ventina di opere dell’artista napoletano, che «da sempre lavora a scarnificare il corpo della pittura per portarlo alla struttura terminale, lo scheletro»

Due grandi artisti americani, che hanno esaminato le strutture linguistiche dell’arte del ’900, protagonisti nella galleria partenopea

L’istituzione si propone di incentivare gli studi sulla storia regionale rivolgendosi soprattuto ai giovani attraverso borse di studio, convegni, concerti, mostre e molto altro

La pittura en Rose | Olga Scotto di Vettimo

La pittura en Rose | Olga Scotto di Vettimo