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La mappatura del diluvio digitale

Le iniziative artistiche dei musei durante la pandemia aggregate in un database

Aimee Dawson

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Dimenticate l'«anno del Topo», il 2020 dovrebbe passare alla storia come l'«anno del Digitale». Con la diffusione dei lockdown in tutto il mondo, gli eventi online hanno iniziato ad affastellarsi. Nel mondo dell'arte ciò significa «viewing room», visite agli studi in «Zoom», mostre in realtà virtuale e conferenze in streaming. Alcuni siti web sono poi nati nel tentativo di riunire questi eventi in un unico posto, inclusi alcuni siti inglesi come «Culture Fix», dell'agenzia digitale Substrakt e «Cultural Digital: Streams», di Chris Unitt, il fondatore dell'agenzia digitale One further.

Uno dei più completi di queste tipologie di sito internet di aggregazione è proprio una mappa delle iniziative digitali dei musei durante la pandemia. Il progetto è stato avviato nel marzo dello scorso anno - quando sono iniziati i primi lockdown in tutta Europa - da Chiara Zuanni, assistente professore di digital humanities presso l'Università di Graz, in Austria. Il sito è diverso da molti dei suoi simili digitali: meno un calendario di eventi che gli utenti potrebbero scorrere alla ricerca di varie esperienze, più un database visivo di attività.

Prendendo la forma di una mappa del mondo, il sito web, che si concentra specificamente sui contenuti dei musei, suddivide i suoi eventi digitali in nove categorie codificate a colori: dalle inevitabili «mostre online» a temi più insoliti come «progetti di collezionismo contemporaneo». Ciascuna organizzazione partecipante viene individuata con il colore corrispondente sulla mappa; cliccando su un flag si apre il nome del museo, una breve descrizione dell'iniziativa online e un link al sito. La mappa ospita attualmente circa 600 iniziative museali.

Risposta rapida
Secondo un rapporto dell'International Council of Museums (Icom), i musei hanno aumentato le loro attività digitali del 15% nel 2020. «È stato molto interessante osservare cosa stava succedendo e vedere i tipi di soluzioni che sembravano funzionare meglio», dice Zuanni. Come molti altri nel suo genere, il sito web ricave alcuni dei suoi dati dal crowdsourcing: gli utenti, infatti, possono inviare eventi tramite un modulo online. Il resto delle informazioni viene inserito da Zuanni o dalla sua assistente di ricerca Sabrina Melcher.

Il sito e il suo back-end sono intenzionalmente basilari in modo che i dati possano essere aggiornati più rapidamente: Zuanni utilizza programmi come Google Forms e Google Sheets per raccogliere i dati e una semplice codifica per elaborarli e visualizzarli. «Ho deciso di presentarlo in questo modo e condividerlo immediatamente con la comunità perché pensavo che avrebbe aiutato altri musei a trovare idee».

Il digital divide
A questo punto possono essere tratte conclusioni interessanti. La prima è legata al fatto che l'aumento dell'attività dei musei online sia distribuito in modo non uniforme a livello globale, con una minore accessibilità alle risorse necessarie (vale a dire un dispositivo come uno smartphone o un computer ed una connessione Internet) nei paesi in via di sviluppo. I dati della mappa sono in linea con il rapporto dell'Unesco del 2020 che ha rilevato che solo il 5% dei musei in Africa e negli stati in via di sviluppo sono stati in grado di fornire offerte online.

Un altro aspetto che si desume dal database è il crescente numero di iniziative che mirano a raccogliere oggetti, file digitali e opere d'arte sulla pandemia. «Quando stavo esaminando le mostre legate alla raccolta di elementi legati alla pandemia prima ne notavo esempi principalmente nel Regno Unito, in Scandinavia e negli Stati Uniti. Ora, invece, c'è un notevole aumento di queste iniziative anche in altri territori», dice Zuanni. «È interessante per me perché solleva la questione di come curiamo i nostri ricordi circa la pandemia».

Un anno dopo: sviluppo del modello
A quasi un anno dalla sua nascita, il sito web di Zuanni sta iniziando a mostrare segni di usura. La semplice struttura del sito non è in grado di far fronte alla quantità di dati che ora memorizza (a testimonianza del sempre crescente programma di eventi artistici online), rendendo la mappa un po’ lenta da caricare. Zuanni ha ora in programma di sviluppare il progetto ed è in procinto di richiedere dei finanziamenti.

Vuole che il sito abbia un database completo e ricercabile con categorie più dettagliate, e che questo lo trasformi in un archivio che sopravvivrà alla pandemia. Per quanto riguarda le continue iniziative digitali dei musei, Zuanni afferma che ora è il momento per le istituzioni di fare il punto. «C'è stata una corsa iniziale per spostare tutto online [...] C’è ora da vedere come questa situazione si consoliderà ed evolverà».

Aimee Dawson, 24 febbraio 2021 | © Riproduzione riservata

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