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La forza dei Forti

Mariella Rossi

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«Arte Forte» è un progetto espositivo che coinvolge una vasta estensione di territorio montano attraverso otto edifici storici destinati per la prima volta all’arte contemporanea; otto forti austroungarici costruiti tra l’Ottocento e l’inizio del Novecento, quando queste valli erano le terre di confine dell’Austro-Ungheria con l’Italia e il Lombardo-Veneto, recentemente riuniti in un network, il Circuito dei forti, e sottoposti a restauri, in occasione del centenario della Grande Guerra.

Il titolo della prima mostra diffusa che ospitano dall’8 luglio al 28 agosto è «La Babele di linguaggi e simboli legati ai conflitti», con riferimento al frangente storico della prima guerra mondiale, ma anche alla posizione politica e geografica del Trentino come terra di confine per suggerire un ragionamento universale sul dialogo e la convivenza.

La mostra è parte della più ampia rassegna culturale «Sentinelle di pietra. Di forte in forte sul Sentiero della Pace», che porta nei forti le arti teatrali animando la stagione estiva con un calendario di spettacoli curato dal Circuito dei forti del Trentino, rete promossa dalla Provincia autonoma di Trento-Assessorato alla Cultura, in collaborazione con la Fondazione Museo Storico del Trentino, diretta da Giuseppe Ferrandi.

L’arte contemporanea fa il suo ingresso nella rassegna per la prima volta, accompagnando il visitatore alla scoperta di vallate alpine e patrimoni storici poco conosciuti. Si va da Forte Cadine, poco distante dal centro cittadino di Trento e recentemente aperto al pubblico, all’imponente Forte Belvedere, sull’altopiano di Lavarone, sino a Forte Nago e Forte Garda, che da posizioni sopraelevate si affacciano sull’estremità settentrionale del Lago di Garda, sui due lati opposti della costa. Vi sono poi Forte Larino e Forte Corno, diversi per impostazione architettonica e posizione ma parte di un unico sistema difensivo delle Valli delle Giudicarie, sotto le cime dell’Adamello, dove si consumò la «guerra bianca».

Sull’altro versante del gruppo Adamello-Presanella si trova invece Forte Strino, alle porte del Passo del Tonale, già sede di numerose mostre d’arte contemporanea nelle scorse estati. Forte Pozzacchio, scavato interamente nella roccia a Trambileno, a monte di Rovereto, è uno degli ultimi forti resi visitabili grazie al restauro degli architetti Francesco Collotti e Giacomo Pirazzoli ed è l’ultima fortezza dell’Impero: la sua costruzione fu infatti avviata nel 1913 e proseguì a guerra già iniziata, ma non fu mai portata a termine.

La mostra d’arte si deve alla lungimiranza di Giuseppe Ferrandi e a un’idea di Giordano Raffaelli, direttore dello Studio Raffaelli, che ha coinvolto quindici gallerie private del Nord-Est, dall’Alto Adige a Venezia, e ventotto artisti.

A Forte Cadine, Paolo Maria Deanesi Gallery presenta Michele Parisi, a Forte Strino, Patrizia Buonanno Arte Contemporanea introduce invece installazioni in metallo di Corrado Zeni e Boesso Art Gallery, opere interattive di Vincenzo Marsiglia. 

A Forte Corno e a Forte Larino, Marcorossi presenta sculture e tele di Medhat Shafik, mentre Boxart propone opere di Marco Cingolani.

A Forte Garda, Antonella Cattani Contemporary Art presenta un video di Bornefeld, mentre Giudecca 795 Art Gallery allestisce immagini fotografiche del giovanissimo Gjon Jakaj.

A Forte Nago le gallerie Boccanera e Alessandro Casciaro hanno studiato un progetto con opere di Andrea Facco, Giovanni Castell, Kinki Texas, Vlad Nancă, Walker Keith Jernigan.

A Forte Pozzacchio, la pianta simmetrica dell’edificio è suddivisa tra «Poli Art» con lavori di Matteo Attruia, Paolo Conti e Ivano Fabbri e Studio 53 (Luciano Civettini e Silvio Cattani).

Infine a Forte Belvedere, Studio Raffaelli propone opere di Fulvio Di Piazza e David Aaron Angeli, la Galleria Von Morenberg i dipinti di Italo Bressan, la Galleria Doris Ghetta sculture antropomorfe di Arnold Holzknecht e Walter Moroder e Studio La Città altre sculture di Antonio Ievolella.

Mariella Rossi, 12 luglio 2016 | © Riproduzione riservata

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