James Whistler alla Royal Academy of Arts

La mostra mette in luce per la prima volta il rapporto, e le sue conseguenze, fra la modella Joanna Hiffernan e l’artista americano

Particolare di «Wapping» (1860-64) di James Abbott McNeill Whistler
Giovanni Pellinghelli del Monticello |  | Londra

«Whistler’s Woman in White: Joanna Hiffernan», alla Royal Academy of Arts fino al 22 maggio è la prima mostra a «raccontare» l’ultraventennale rapporto professionale e personale fra la modella Joanna Hiffernan (1839?-1886) e James Abbott McNeill Whistler (1834-1903) e il ruolo cruciale che il sodalizio (di cui poco finora si sapeva) ebbe nella poetica, carriera e reputazione dell’artista. Organizzata dalla Royal Academy of Arts di Londra e dalla National Gallery of Art di Washington, la mostra riunisce quasi tutti i lavori di Whistler ispirati da Joanna, (oltre 70 fra dipinti, stampe, disegni), la cui figura si staglia in molte delle opere più clamorose dell’artista.

Il rapporto di Joanna Hiffernan e Whistler fu un legame sfaccettato che vide la bellezza irlandese dai capelli fiammeggianti essere amica, modella, amante e collaboratrice, come emerge dalle sei sezioni tematiche, a partire da «London in 1860» con le whistleriane raffigurazioni di Londra fra cui «Wapping» (1860-64) e dipinti degli anni ’50 e ’60  dell’Ottocento di pittori britannici dedicati alla «Donna in bianco» (icona lanciata dal romanzo omonimo di Wilkie Collins del 1859 e divenuta ben presto parte dell’immaginario popolare), fra cui «Ecce Ancilla Domini» di Dante Gabriel Rosetti (1849-50, Tate Gallery).

Segue Symphonies in White, dedicata alla simbiosi artistica di Whistler e la Hiffernan negli anni 1860, centrata appunto sulle tre versioni del soggetto, raramente esposte insieme: «Symphony in White, No. I: The White Girl» (1862, National Gallery of Art, Washington: la più nota e di maggior scalpore per l’abito vittoriano indossato senza crinolina sul corpo nudo; nella foto), «Symphony in White, No.2: The Little White Girl» (1864, Tate) e «Symphony in White, No. 3» (1865-67, Barber Institute of Fine Arts, Birmingham) affiancate dagli altri ritratti di Joanna che negli anni 1860-86 tutti crearono il successo dell’artista. Terza, Whistler & Hiffernan: The Prints dimostra l’abilità di Whistler incisore nelle immagini squisitamente sfumate di Joanna.

La quarta, Purple and Rose, approfondisce l’esplicita influenza del Japonisme su Whistler, in varie opere come The Lange Leizen of the Six Marks (1864, Philadelphia Museum of Art), con Joanna in kimono circondata da pezzi della collezione di porcellane asiatiche di Whistler. Whistler and Courbet presenta le opere di Gustave Courbet che ritraggono Joanna nel 1865 a Trouville, in Normandia (periodo in cui Joanna e Courbet furono amanti e da cui nacque anche il celeberrimo Origine du Monde, 1866, di cui l’irlandese fu molto probabilmente modella, seppure con alterate caratteristiche fisiche) fra cui «Jo, la Belle Irlandaise» (1865-66) e alcune marine. «Women in White» rivela infine il lascito artistico di Whistler e Joanna Hiffernan dagli anni 1870 ai primi del Novecento con opere di altri artisti, da The Somnambulist di John Everett Millais (1871), Hermine Gallia di Gustav Klimt (1904) a Symphonie en Blanc di Andrée Karpelés (1908).

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