Liste Art Fair Basel nel 2022

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Liste Art Fair Basel nel 2022

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Quali sono e che cosa propongono le gallerie nostrane che partecipano alla fiera più agguerrita di Basilea

Francesca Interlenghi

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Dal 12 al 18 giugno alla Hall 1.1 nella Messe Basel, Liste Art Fair Basel accende i riflettori sugli ultimissimi sviluppi e tendenze dell’arte contemporanea. La fiera collaterale di Art Basel, sinonimo di sperimentazione, che dal 1996, anno del suo esordio, è sempre stata territorio per la scoperta di nuovi talenti, ospita in questa edizione 88 gallerie provenienti da 35 Paesi, di cui cinque italiane.

Di queste, tre sono milanesi e due toscane. La meneghina Clima partecipa a Liste con un lavoro installativo e interattivo realizzato per l’occasione da Valerio Nicolai (Gorizia, 1988). Fedele alla sua poetica, l’artista muove da un immaginario teorico, ricco di elementi inaspettati, a volte guidati dall’ironia, e dona alle sue opere un contesto surreale, che si fonde con contrasti e rivelazioni fantastiche.

La conterranea Fanta - MNL presenta un’installazione di Jason Hirata (Seattle, Stati Uniti, 1986), «Floaters» (2020), che consiste in una serie di proiettori installati a pavimento, che trasmettono a parete i rispettivi test pattern. L’autore muove dall’assunto che chi possiede o espone l’opera non possa utilizzare mezzi di proiezione di sua proprietà. Questi devono infatti essere presi in prestito e il lavoro non può dirsi completo finché i proiettori non vengono restituiti al legittimo proprietario. In questo modo, Hirata riflette sulla dipendenza e sul desiderio come forze socialmente connettive nonché prerequisiti dell’arte.

Gian Marco Casini Gallery, realtà livornese aperta nel 2017, per il suo debutto sceglie di mostrare la ricerca concettuale di Clarissa Baldassarri (Civitanova Marche, 1994). L’inedita «Alla fine della fiera» è un’installazione performativa prodotta dall’agire spontaneo dei visitatori grazie a un fonometro, un computer, una stampante a modulo continuo e alcune pile di fogli bianchi. Per tutta la durata della kermesse, lo strumento di misurazione scientifica del suono registra le intensità sonore rilevate; successivamente le frequenze registrate vengono rielaborate da un software in dati numerici che indicano i decibel, con relativa data e orario di campionamento. Tutte le informazioni raccolte sono stampate in tempo reale generando ogni giorno un archivio cartaceo in divenire, che mette in scena tempestivamente la «forma variabile del tempo».

L’ultima galleria milanese del gruppo, Martina Simeti, partecipa con una recente produzione e un video del duo artistico RM (Ginevra, 2015). «Fuzzy Dice» è un lavoro dai tratti psichedelici sul tempo, i comportamenti di dipendenza, non produttività e gli stimmi, che si sviluppa in un crescendo di assurdità strutturato dal suono ritmico. Presenti, inoltre, gli assemblaggi di Davide Stucchi (Vimercate, 1988) che utilizza, hackerandoli, i materiali e i contenuti fugaci reperiti in ambienti di produzione creativa della moda, trasformandoli in oggetti riprogrammati e dando così vita a un sistema operativo surrealista e ironico.

Veda, di Firenze, espone invece un progetto interamente dedicato ad Amitai Romm (Gerusalemme, 1985). Accoglie il visitatore la grande installazione «The Keeper», un frutto di cedro sospeso sottovuoto su una parete trasparente, che rimanda all’antico rituale ebraico che si svolge durante la festa di Sukkot. L’artista propone un parallelismo con il mondo dell’arte: come nei giorni immediatamente precedenti la festa il valore di mercato dei cedri aumenta esponenzialmente, perché parte del rituale è la ricerca dell’esemplare più pregiato ed esteticamente perfetto del frutto, allo stesso modo il valore dell’opera, collocata nel contesto rituale della mostra, si caratterizza per una grande volatilità. In aggiunta, alcune sculture della serie «Influencer Sarcophagus» realizzate con contenitori in plastica che recano diversi tipi di spezie e altri materiali e dotate di un loro piccolo impianto di ventilazione che ne favorisce la dispersione del profumo. Inoltre una nuova serie di disegni, incentrati sui personaggi semifittizi «Messenger-Angel» e «Analyst», ricorrenti nell’indagine di Amitai Romm.

Privilegiando la sperimentazione di nuove pratiche e la diversificazione di forme, contenuti e modalità operative, Liste Art Fair Basel si propone come contesto di confronto e di rielaborazione creativa della contemporaneità. Resta da vedere se quest’edizione, rispetto a una sorta di battuta d’arresto dello scorso anno anche a causa di uno spazio espositivo più incolore rispetto al passato (per più di vent’anni si era tenuta in un ex birrificio nel centro di Basilea, ora si svolge in un normale padiglione fieristico), riuscirà a cogliere l’attenzione dei collezionisti che a Liste vanno quasi esclusivamente il giorno prima dell’apertura di Art Basel.

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Francesca Interlenghi, 09 giugno 2023 | © Riproduzione riservata

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