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Instabile Istanbul

Federico Castelli Gattinara

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Bisogna dare atto al direttore artistico del MaXXI, il critico Hou Hanru in carica da due anni, che le sue mai scontate proposte curatoriali centrano in pieno gli obiettivi di un museo di aspirazioni internazionali, stimolando interrogativi e riflessioni e spesso «stando sul pezzo».

È il caso della collettiva «Istanbul. Passione, gioia, furore» che raccoglie 45 tra artisti, architetti e intellettuali per raccontare in un centinaio di lavori le trasformazioni, i conflitti, le innovazioni e le speranze di una grande città da sempre snodo geografico, etnico e culturale, oggi in particolare al centro di forti tensioni e di una problematica involuzione democratica, come indicano le cronache degli ultimi mesi. La mostra, aperta dall’11 dicembre al primo maggio, è il secondo appuntamento di un progetto più ampio che riguarda le diverse realtà culturali del Mediterraneo e il rapporto tra Medio Oriente ed Europa; un’iniziativa partita l’anno scorso con la rassegna sull’arte contemporanea in Iran e che proseguirà l’anno prossimo con un progetto dedicato a Beirut.

Il percorso, a cura dello stesso Hou Hanru, di Ceren Erdem, curatrice turca che si divide tra Istanbul e New York, Elena Motisi e Donatella Saroli, si snoda tra grandi opere, nuove produzioni artistiche, testimonianze audio e video a partire dai temi della protesta portati avanti dalla rivolta di Gezi Park del 2013.
Ognuno dei partecipanti risponde individualmente, con le tecniche e i mezzi più eterogenei, e l’insieme delle voci costruisce di fatto una mappatura di tutte le esperienze maturate negli ultimi anni in città, non a caso sede di una delle più importanti biennali d’arte contemporanea, attraverso espressioni di arte, architettura, cinema e altro.
Molti i temi trattati: le profonde trasformazioni urbane, i conflitti sociali, politici e culturali, i più scottanti aspetti relativi alla democrazia, alla violenza e alle questioni di «genere», i modelli economici di sviluppo e la problematica dei rifugiati. Ma per tutto si avanzano anche soluzioni, vie d’uscita, idee e progetti.
Gli artisti e architetti in mostra sono Hamra Abbas, Can Altay & Jeremiah Day, Halil Altındere, Emrah Altınok, Architecture For All (Herkes İçin Mimarlık), Volkan Aslan, Fikret Atay, Atelier Istanbul: Arnavutköy, Vahap Avşar, İmre Azem & Gaye Günay, Osman Bozkurt, Angelika Brudniak & Cynthia Madansky, Hera Büyüktaşçıyan, Antonio Cosentino, Burak Delier, Cem Dinlenmiş, Cevdet Erek, İnci Eviner, Extrastruggle, Nilbar Güreş, Ha Za Vu Zu, Emre Hüner, Ali Kazma, Sinan Logie & Yoann Morvan, Networks of Dispossession, Nejla Osseiran, Ceren Oykut, Pınar Öğrenci, Ahmet Öğüt, Didem Özbek, Şener Özmen, PATTU, Didem Pekün, Zeyno Pekünlü, Mario Rizzi, Sarkis, SO?, Superpool, ŞANALarc, Ali Taptık, Serkan Taycan, Cengiz Tekin, Güneş Terkol, Nasan Tur.


Federico Castelli Gattinara, 10 dicembre 2015 | © Riproduzione riservata

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