«Orchestra di stracci» (1968), di Michelangelo Pistoletto

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«Orchestra di stracci» (1968), di Michelangelo Pistoletto

Infinito Pistoletto

Al Chiostro del Bramante Danilo Eccher celebra i 90 anni dell’artista con cinquanta opere, dal 1966 ad oggi, in una messa in scena insolita

«Michelangelo Pistoletto. Infinity» è la mostra, aperta al Chiostro del Bramante dal 18 marzo al 15 ottobre, che racconta l’arte del novantenne artista dell’avanguardia italiana in un modo inedito: è infatti proprio il racconto a stare a cuore alla pratica curatoriale di Danilo Eccher, regista di una messa in scena insolita del più celebrato artista italiano (ha esposto in 13 Biennali di Venezia, quattro Documenta a Kassel, e in un gran numero di gallerie e musei dei cinque continenti).

Cinquanta opere dal ’66 ad oggi, e quattro grandi installazioni concepite per il luogo, dispiegheranno l’universo pistolettiano non cronologicamente bensì teatralmente. «Ho messo al servizio dell’arte connaturatamente spettacolare di Pistoletto, spiega Eccher, la mia concezione narrativa e creativa di curatela espositiva». Un percorso labirintico presenterà, con richiami metastorici e originali intrecci, «I quadri specchianti» dei primi anni ’60, il «Metrocubo di infinito» (1966), la «Venere degli stracci» (1967), l’«Orchestra di stracci» (1968), l’«Etrusco» (1976), le «Porte Segno Arte» degli anni ’90, l’«Autoritratto di stelle» (1973), le grandi sculture in poliuretano rigido degli anni ’80, e poi gli ultimi vent’anni, dominati dai tre circoli in sequenza del «Terzo Paradiso».

«L’intento, prosegue Eccher, è di restituire la complessità di questo artista, che per essere abbracciato nella sua interezza, necessita di una mostra dall’aspetto di collettiva. Già nella varietà formale e stilistica degli “Oggetti in meno” di metà anni ’60, Pistoletto afferma la messa in crisi del principio di identità, peraltro implicita anche negli “Specchi”, che riflettono il mondo e non la volontà estetica e le concezioni ideologiche dell’artista. Tutta la sua vita è fondata sulla dichiarazione di precarietà dell’individuo, non sulla ricerca di certezze o di una limpida individualità. Ho voluto chiarire anche questo, con lo spirito attuato dal Duchamp curatore di mostre surrealiste negli anni ’30».

Fu d’altronde Pistoletto a dire, a inizio carriera, «nella diversità io mi sono moltiplicato», e poi «Tutto è teatro». L’idea di infinità nel titolo della mostra è una diretta conseguenza di questa concezione espansa dell’arte.

«Orchestra di stracci» (1968), di Michelangelo Pistoletto

Guglielmo Gigliotti, 16 marzo 2023 | © Riproduzione riservata

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Infinito Pistoletto | Guglielmo Gigliotti

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