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In Italia alcuni prezzi superano anche quelli di New York grazie agli americani

Carla Cerutti

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La febbre animalier, che sta contagiando i mercati internazionali, è arrivata negli ultimi mesi anche in Italia: l’ironico comò «Rinoceronte» della serie «Zoo mobili», pezzo unico di Ico Parisi per Brugnoli del 1992, ha totalizzato a Torino, da Della Rocca, il 19 aprile, il massimo della stima: 46.740 euro che, sebbene non competitivo con i prezzi esteri, è comunque un risultato ragguardevole per il mercato nazionale.

Da Boetto, a Genova, il 21 aprile, una scenografica lampada fitomorfa da terra di Tommaso Barbi in ottone lucido degli anni ’70, stimata 9mila euro, ne ha spuntati ben 27mila.

In buona tenuta, comunque, il design più «asciutto» degli anni ’40, ’50 e ’60 con ottimi esiti per Gardella, Sottsass, Ponti, Fontana Arte, Stilnovo e Lelii.

Tra il 15 e il 17 giugno una concentrazione di aste genovesi, organizzate da Cambi e da Wannenes, ha monopolizzato l’attenzione del nostro mercato, con esiti sorprendenti soprattutto per la vendita di vetri di Murano, dal 1890 al 1990, attentamente selezionati da Marco Arosio per Cambi.

Strenuamente contesi al telefono tra collezionisti e mercanti soprattutto americani, interessati ai pezzi più importanti della produzione veneziana del ’900, alcuni esemplari sono stati clamorosamente esitati a prezzi superiori di quelli statunitensi.

È il caso di un elegantissimo, e raro, vaso in vetro «mosaico-tessuto» disegnato da Paolo Venini nel 1954 ca e venduto per 250mila euro (stima 6-8mila): a New York, da Sotheby’s, il 7 giugno scorso, un esemplare analogo, ma con una forma meno seducente, aveva spuntato «solo» 33mila euro, e così è stato per un altro vaso di Paolo Venini del 1954 ca, decorato con murrine «a dama» bicolori, battuto per 168.750 euro (stima 15-20mila), mentre un esemplare molto simile, sempre da Sotheby’s a New York, è andato per 121mila euro.

Tra gli altri top lot da segnalare soprattutto un meraviglioso grande vaso a murrine contrastanti di Vittorio Zecchin per gli Artisti Barovier del 1920 ca, venduto per 200mila euro (stima 25-30mila) e due rarissimi vasi «a fili» di Carlo Scarpa per Venini, del 1942, aggiudicati rispettivamente per 143.750 e 106.250 euro.

«Il mercato americano sta trainando quello italiano», afferma con giustificata soddisfazione Marco Arosio. «Supportati da alcuni esperti di settore, molto competenti, un pull di collezionisti è attualmente disposto a pagare qualsiasi cifra pur di conquistarsi i pezzi più eccezionali».

Infatti, sempre da Sotheby’s a New York a giugno, un raro vaso «gatto» della serie «a macchie» di Bianconi per Venini del 1950 ca ha totalizzato 198mila euro e un’importante creazione di Ercole Barovier del 1927 ca, con delicato decoro a murrine detto «a grappoli d’uva», ne ha ottenuti ben 143.200 (stime 35-52mila).

Per quanto riguarda il design, infine, sia da Cambi sia da Wannenes, le quotazioni più alte sono state appannaggio di Gio Ponti e di Gino Sarfatti: da Cambi, 50mila euro per un cabinet in radica del 1932 di Ponti per Quarti, esemplare unico progettato per l’Opera Omnia di D’Annunzio; da Wannenes, 55.800 euro per una coppia di poltrone prodotte da Altamira nel 1954, sempre su disegno di Ponti.

Ancora da Wannenes, 47.120 euro per una lampada da parete del 1951 di Gino Sarfatti per Arteluce, parte dell’arredamento di Casa Reggiani a Jesi progettata da Marco Zanuso.

Tra i prezzi più sorprendenti, i 52.500 euro pagati da Cambi per un lampadario a plafoniera in alluminio laccato e vetro del 1962, su disegno di Bbpr per Arteluce, stimato 18-22mila: anche in questi casi, la partecipazione straniera è stata determinante.

Carla Cerutti, 13 agosto 2016 | © Riproduzione riservata

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