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Carlotta Venegoni
Leggi i suoi articoliMarinetti amore mio è il romanzo biografico della scrittrice e pittrice Benedetta Cappa. Simona Weller, autrice di diverse biografie dedicate alle donne dell’arte, pone qui l’accento su un’artista poliedrica ancora poco conosciuta
La vita di Benedetta Cappa è segnata dal fatale incontro, nello studio del pittore Giacomo Balla, con Filippo Tommaso Marinetti, fondatore del Futurismo e definito dai contemporanei «la caffeina d’Europa». Marinetti è rientrato da Parigi, dove ha appena pubblicato su «Le Figaro» lo scandaloso Manifesto del Futurismo, nel quale proclama tra l’altro di voler «vincere la tirannia dell’amore, l’ossessione della donna unica, il chiaro di luna romantico» e con esso tutti i sentimentalismi.
Ben presto, tuttavia, l’amore e il sodalizio che unirà per tutta la vita Beny (così soprannominata in famiglia) e Marinetti ricondurrà a pura metafora il «disprezzo della Donna», stereotipo sostenuto con forza da quest’uomo considerato misogino, seduttore di donne e antifemminista. Beny si dimostra, infatti, una donna determinata, intelligente e destinata a divenire la «regina del Futurismo». Artista e moglie, si intreccia nella vita di Marinetti condividendone le amicizie; D’Annunzio, Apollinaire, de Chirico e Boccioni ne sono un esempio. Si confronta con amiche altrettanto geniali come la pittrice Edita Broglio, la critica d’arte ebrea Margherita Sarfatti, la scrittrice Anna Banti.
Beny possiede grande forza di carattere, idee protofemministe e la perspicacia per cogliere i grandi cambiamenti del XX secolo che il Futurismo esaltava. Si guadagna subito la stima di Filippo Tommaso che la considera «mai discepola ma uguale». La loro storia si interseca con il loro lavoro; inventano una nuova corrente, il Tattilismo, quindi promuovono il Manifesto dell’Aeropittura, diffondendo il Futurismo all’estero ed esponendo più volte alla Biennale di Venezia e alla Quadriennale di Roma.
Sono anni ruggenti, contraddistinti da avventure a Roma, Capri, Milano, Parigi e in Egitto ma sono anche anni difficili; lei non condivide l’amicizia tra Marinetti e Benito Mussolini che, a suo pensiero, distorce i principi del Futurismo. Benché Marinetti immaginasse un’Italia anarchica, antipatriottica e antinazionalista, si confuse nel fascismo, segnando irreversibilmente la vita della moglie e delle tre figlie. Ala Marinetti, la secondogenita, nell’intervista riportata a fine romanzo, denuncia con rammarico, la difficoltà, ancora oggi, di «scindere un movimento d’arte internazionale, come ilFuturismo, da un partito politico totalitario. Un uomo politico è soggetto al tempo, mentre solo l’opera d’arte, vive della vita dell’artista e si proietta nello spazio».
Marinetti amore mio
di Simona Weller
264 pp.
Marlin, Cava de’ Tirreni 2016
€ 15,00
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