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Laura Lombardi
Leggi i suoi articoliPer la prima volta dalla sua apertura con regio decreto del 22 giugno 1865 come primo Museo Nazionale italiano dedicato alle arti del Medioevo e del Rinascimento, il Bargello è stato oggetto di un imponente lavoro di restauro che dal luglio 2020 a ottobre 2021 ha coinvolto l’intero edificio. Il costo, 1,8 milioni di euro, è stato sostenuto dal Ministero della Cultura.
L’edificio venne costruito nel 1255 come sede dei podestà, ma anche luogo dove si giudicavano i traditori del Comune (qui, nel 1302, Dante viene condannato a morte e poi all’esilio). Devastato nel 1332 da un incendio e l'anno dopo da un’alluvione venne restaurato sotto la supervisione di Giotto. Bifore e monofore ornate da marmi si aprono sul cortile già alla metà del Trecento mentre il cinquecentesco cancello in ferro fu progettato da Giuliano da Sangallo. Adibito a prigione nel 1574, il Bargello deve la sua rinascita alla scoperta, nel 1840, degli affreschi della Cappella della Maddalena, opera di Giotto e della sua bottega.
La notevole entità dei lavori odierni è stata realizzata in tempi brevi grazie alla grande sinergia tra le maestranze coinvolte: 24 tra restauratori e operai specializzati sotto la direzione dell’architetto Giancarlo Lombardi e la supervisione dell’architetto Maria Cristina Valenti (responsabile unico del procedimento e capo dell’Ufficio tecnico dei Musei del Bargello).
Sono stati mappati in modo capillare 12.620 metri quadrati di pietra forte e pietra serena che rivestono l’edificio e la torre. Ogni pietra è stata pulita, martellinata (per verificarne la resistenza) e consolidata. In loco sono stati restaurati 128 stemmi (senza calarli a terra), 124 finestre (tra cui la monumentale finestra del Salone di Donatello, la cui bifora in muratura, opera di Benci di Cione nel 1345 e oggetto di ampi restauri nei secoli, è stata rimontata con nuovo telaio), 93 merli e 199 mensole in pietra.
Ad aggiudicarsi l’appalto, curato da Invitalia (Centrale di Committenza per il Ministero della Cultura) è stata la ditta Ita Consorzio L’Officina-Salvatore Ronga, eccetto le finestre affidate alla Ditta M.V. Polloni Guido e C. Tra i dettagli, impossibili da vedere dal basso e a occhio nudo, sono emerse le «firme» degli scalpellini, le tracce di pittura (sulle cornici delle finestre del cortile), le date incise nella pietra e i dettagli ornamentali scolpiti nei capitelli di marmo e nella pietra forte. L’operazione è corredata da un video Visivalab in italiano e in inglese visibile online sul canale YouTube dei Musei del Bargello, ma anche fruibile in sede grazie a un Qr code scaricabile all’ingresso del museo.

La finestra del Salone di Donatello dopo il restauro © Museo Nazionale del Bargello

Il Museo Nazionale del Bargello dopo il restauro
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