Immergetevi in Gustav Klimt

Nell’EmotionHall il fondatore del Secessionismo viennese come non l’avete mai visto

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 |  | Villesse (Go)

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Poco prima che Gustav Klimt (1862-1918) nascesse, Vienna subì dei grandi cambiamenti, ponendo le basi di quella che sarebbe diventata nei decenni successivi una città moderna e all’avanguardia. Nel 1857 le mura di cinta attorno al centro antico lasciarono spazio a un anello di strade, lungo le quali sorsero nuovi e imponenti edifici, fulcro della vita sociale ed economica del Paese. Klimt, tra le più grandi voci del Secessionismo viennese fondato nel 1897, crebbe nella città in cui si coltivavano il germe del Jugendstil e del Modernismo, con un profilo architettonico plasmato in parte dal collega secessionista (architetto e urbanista) Otto Wagner, che nel 1893 aveva vinto il concorso per il nuovo piano regolatore cittadino di cui facevano parte metropolitana e Donaukanal. Un’età dell’oro nella quale si inserisce anche l’esercizio di Sigmund Freud (1856-1939), inventore della psicoanalisi con cui l’opera di Klimt è strettamente connessa.

È questa l’atmosfera straordinaria che si rivive eccezionalmente nella mostra «Gustav Klimt. Sinfonia di arte immersiva», visibile dal 26 novembre al 30 aprile nell’EmotionHall del Meeting Place Tiare Shopping (Gruppo Ingka Centres) a Villesse (Go), in località Maranuz 2 (emotionhallarena.com, tel. 0481/099480). Prodotta e realizzata dal Tiare, con la collaborazione di Stefano Fake per la produzione artistica, il supporto tecnico di Ipermediastudio e Mcube e la consulenza di Civita Mostre e Musei, la mostra permette di entrare nella texture dei capolavori dell’artista viennese, che oltre alla pittura padroneggiava diverse tecniche, dal mosaico alla ceramica.

Giovane assistente del pittore e incisore Ferdinand Laufberger, realizzò la decorazione del cortile del Kunsthistorisches Museum progettata dal suo maestro e da allora, nel giro di pochi anni, fu autore di varie commissioni pubbliche che nel 1888 gli valsero la benemerenza ufficiale dall’imperatore Francesco Giuseppe e la nomina a membro onorario nelle Università di Monaco e Vienna. Dopo aver affrescato i palazzi del potere, nel 1902 realizza il Fregio di Beethoven nel Palazzo della Secessione viennese, un dipinto lungo 34 metri realizzato su tre pareti con caseina su intonaco e pietre dure, una raffigurazione allegorica ispirata alla Nona Sinfonia, carica di riferimenti agli organi sessuali che fece indignare la critica, un vero scandalo concepito in difesa della libertà dell’arte, in apertura della XIV esposizione degli artisti della Secessione viennese.

Prima arena immersiva permanente d’Italia, con i suoi 2mila metri quadrati e oltre di superficie modulare e interattiva dedicata all’arte, alla cultura e all’intrattenimento, l’EmotionHall è un vero e proprio museo del futuro dove ammirare e scoprire i segreti della realizzazione di icone come il Fregio di Beethoven, «Il bacio» (1907-08), tela gelosamente custodita nell’Österreichische Galerie Belvedere di Vienna, o il coevo e altrettanto celeberrimo «Ritratto di Adele Bloch-Bauer I», protettrice e musa di Klimt al quale commissionò diversi quadri. Quest’ultimo, dopo innumerevoli e intricate peripezie cominciate con la confisca nazista, è stato acquistato nel 2006 dal miliardario Ronald Lauder per 135 milioni di dollari e da allora è esposto in permanenza nella Neue Galerie di New York City.

Ispirato dai mosaici bizantini di Ravenna, Klimt utilizza in queste e in molte altre sue opere il color oro, che conferisce alle composizioni, in perfetto stile liberty, luce calda e profondità. Ne «Il bacio» dà forma alla potenza dell’eros, al conflitto tra maschile e femminile e alle pulsioni di vita e di morte che albergano nel subconscio. La mostra permette di entrare in profondità dentro ogni pennellata, di esplorare incredibilmente da vicino i particolari e di coglierne appieno il simbolismo e i significati reconditi che l’artista esprime, per esempio nella coppia di amanti attraverso il contrasto tra la diafana e lucida pelle della figura femminile, ricca di elementi circolari e spiraliformi, e i colori più lividi dell’uomo, caratterizzato da spigolose geometrie.

Il suo inconfondibile decorativismo ha ispirato numerosi oggetti di design, come la poltrona esposta nel percorso dove tutto viene amplificato attraverso stupefacenti giochi di specchi e di luci, tunnel sensoriali che avvolgono e «rapiscono» lo spettatore come Alice nel Paese delle meraviglie, catapultandolo all’interno dei suoi dipinti, dettagli decorativi, poesie, idee e pensieri, al suono delle melodie che lo stesso Klimt amava ascoltare: Mozart, Beethoven, Strauss e Mahler.

«Architettura, scultura, decorazione, musica e arte digitale si fondono per entusiasmare, affascinare e meravigliare il pubblico di giovani e adulti invitandoli ad approfondire la conoscenza dell’uomo e dell’artista, la comprensione delle sue opere, la lettura stilistica attraverso la messa in scena spettacolare della tecnica pittorica. Un’immersione totale, senza soluzione di continuità, nel mondo simbolico, enigmatico e sensuale di Gustav Klimt, artista universale che ha dato immagine alla cultura del proprio tempo, ai nuovi gusti e stili di vita», spiegano gli organizzatori della mostra.

Anche Klimt sarebbe colpito ed emozionato da questo innovativo modo di fruire la sua pittura, perché, come diceva lui stesso: «Ad ogni tempo la sua arte e ad ogni arte la sua libertà».

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